Abbiamo scordato quel che c'era prima

Non sono un no vax, tantomeno un no green pass. Certo, non sono nemmeno una persona che si adopera presso altri per convincerli a tutti i costi a vaccinarsi. È un tasto particolare, personale, che giustamente lascio in disparte, che evito anche per evitare il fastidio di dovermi imbarcare in discorsi ardui, tempestosi, armi a doppio taglio dei giorni nostri.
Ascolto, cerco un punto d'incontro, impongo per certi versi il rispetto di tutte le idee di cui si discute poi cerco di chiudere. Ci sono discussioni che con il tempo sono diventate simili a salite ripide, lunghe, tortuose, di quelle che non finiscono mai e se finiscono sai che non finiscono bene.
Lo stesso, personale, "modus operandi" lo applico in verità a qualsiasi discorso/discussione perché spesso e volentieri chi si inalbera, si inerpica in concetti astratti vuole sentirsi dare ragione e col tempo ho imparato che se così deve essere ben venga.
Adesso che il periodo storico vive di incomprensibili, false ideologie, social forum, intolleranze varie, mi appoggio idealmente quando capita alla mascherina che da tempo ricopre parte del mio e di tanti altri volti. Ci nascondo dietro molto spesso un sorriso di compassione, di quelli che se la vita fosse a fumetti sarebbe accompagnato da frasi tipo "beato te, povero sciocco" (espressione edulcorata). 
Perché? 
Perché mi rendo conto (lavoro come commesso in un negozio del centro storico di una cittadina medio piccola) che nonostante tutti abbiamo intrapreso una sorta di via Crucis per uscire da un qualcosa che non ci saremmo mai sognato di vivere, contemporaneamente nel profondo blu (quello che si nasconde dietro lo schermo del PC e delle nostre connessioni) ha preso vita e forma una protesta che occupa piazze virtuali e reali senza farne troppa distinzione. Una protesta che cerca proseliti, che non tralascia nessun mezzo per fare propaganda e passa comodamente a suo agio dalla pseudo divulgazione scientifica agli insulti personali. E come un tempo la domenica mattina il campanello di casa suonava per convincerci che la salvezza stava nell'alto dei cieli ora in ogni argomento di discussione la salvezza sembra essere la lotta dura e pura, senza paura, come se nulla fosse successo, come se i giorni bui chiusi in casa non avessero fatto male a nessuno. Lotta intransigente, a colpi di frasi fatte e dette da altre persone, quell'amico "finte attendibile" che ormai dobbiamo avere tutti. Sorrido dietro la mascherina e alzo virtualmente le mani, me ne esco forse con un malinconico "si, si..." e cerco di passare oltre; oltre i vaneggiamenti, le leggende, i racconti ormai di pura fantasia. Sorrido amaro anche quando mi dicono che "ci sarà un paese diverso dall'Italia che ci ospiterà!" e di riflesso penso che io nel mio piccolo in Italia ci sto bene, che mi sono vaccinato, e mi vaccinerò, per star bene e fare star bene gli altri.
Fondamentalmente perché ho voglia di riprendermi la mia vita, quella di prima, prima di tutto questo. Perché c'era un prima ma tanti, troppi sembrano averlo scordato.


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