Shoichi Yokoi

L'isola di Guam è la più grande delle isole che compongono l'arcipelago delle Marianne, sul planisfero rappresenta un punto nel Pacifico, a sud del Giappone, ad ovest, molto ad ovest, degli Stati Uniti.
È un'isola che, circondata dalla barriera corallina, osserva dall'alto l'immensa depressione sottomarina della Fossa delle Marianne.

Guam è un punto nel Pacifico a sud del Giappone dove il caldo e l'umidità sono costanti tutto l'anno, dove da 3500 anni abitano i chamorro, abitanti dell'isola fin dai tempi della loro scoperta da parte di Magellano.
Caldo e umidità che hanno fatto fiorire gelsomini e frangipane che ne profumano da sempre l'aria e dividono l'isola con le foreste di bouganville e merbau, albero ufficiale dell'isola.
I chamorro anche durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, coltivavano gli alberi di papaya, di mango e del pane, sfruttando le due parti dell'isola, quella di origine corallina a nord e quella di origine vulcanica a sud.

L'isola di Guam nel dicembre del 1941 venne invasa dalle truppe dell'Impero Giapponese per la sua importanza logistica e commerciale per lo scalo delle navi lungo la rotta America-Filippine.
Arrivarono nel caldo umido e cambiarono nome all'isola, annettendola all'Impero con il nome di Omiyato, Isola del Grande Tempio, all'Inter del Mandato del Pacifico Meridionale.

Nel 1941 Guam è un isola non ancora famosa per le sue alghe e Shoichi Yokoi ha 26 anni e vive nella natia Aichi, una delle tante isole del Giappone, osservando il Pacifico, del tutto ignaro che i vulcani, i tifoni di Guam sarebbero entrati presto nella sua vita.

Nel 1941 Shoichi si arruola nell'esercito imperiale fedele al codice etico del Bushido e all'Impero del Crisantemo. Il Giappone avvia la campagna di colonizzazione del Pacifico invadendo gli stati e le isole vicine.
Guam è fra queste.
L'imperatore Hiroito affida al sergente Tadashi Ito ed ai suoi uomini il compito di conquistare l'isola di Guam. 
È sempre il1941 quando il caporale Shoichi Yokoi e il sergenteTadashi Ito, l'altro sergente Masashi Ito e un nutrito battaglione di soldati giapponesi attraversano il Mare del Diavolo (ne costituiscono i vertici le isole di Guam, Luzon e Honshu) per invadere l'isola cara ai chamorro.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale i chamorro poco sanno delle politiche espansionistiche dell'Impero del Crisantemo; vivono coltivando l'isola, osservando le navi di passaggio nel loro mare.
Sull'isola è di stanza una guarnigione di marines  americani che collabora con la piccola milizia chamorro, agli ordini del capitano di vascello George Mc Millin.
Guam era a tutti gli effetti un territorio americano ma gli strascichi della Grande Depressione ne avevano frenato gli investimenti, lasciando l'isola mal difesa.

Le truppe giapponesi sbarcarono agli ordini del generale Tomitaro Horii diedero battaglia per due giorni fino alla resa statunitense.
Shoichi Yokoi sparò più volte impugnando la sua mitragliatrice Type 96.
Spara, sa che gli ordini arrivano dall'Imperatore, sugli americani e sui chamorro, pochi e male organizzati.
Il 10 Dicembre 1941 il capitano di vascello George Mc Millin firma la resa e depone le armi.
Tutti i soldati americani vengono deportati nel continente asiatico, nei territori annessi dal Giappone, mentre i chamorro vengono privati di tutte le proprietà e di tutti i diritti, finendo di fatto per essere usati come schiavi dai giapponesi per i lavori di fatica.

Shoichi Yokoi adesso ha attraversato il Pacifico e nel la suo orizzonte ora vede il Giappone; armato di fucile il piccolo Shoichi perlustra l'isola, da solo o con i commilitoni.
Shoichi osserva i fiori di ibisco fiorire e appassire poi fiorire ancora.
Shoichi non obietta, esegue da bravo soldato fedele all'Imperatore, anche quando si tratta di essere crudeli, di imporre pene corporali ai chamorro.
Esegue, sorveglia, spara se serve.
Esegue e difende l'Impero.
Esegue, osserva l'isola di Guam, e alcune navi all'orizzonte.

Shoichi Yokoi annusa l'aria dal promontorio, l'aria piena di profumo di gelsomino. 
È estate, il caldo è umido, appiccicoso.
È l'estate del 1944, Luglio, e l'aria attorno al battaglione di Shoichi Yokoi odora di kerosene e  polvere da sparo.
Il 21 Luglio 1944 gli americani sbarcano a Guam e in solo due ore issano la bandiera a stelle e striscie.
Inizia così la seconda battaglia di Guam, questa volta gli americani non sono impreparati e travolgono l'esercito del Sol Levante.

È a questo punto che la Seconda Guerra Mondiale per il Giappone è persa, che l'isola di Guam e tutti gli altri territori sottomessi con la forza sono persi.
Il Sol Levante comincia a tramontare sotto i colpi degli Alleati ma nelle menti dei soldati semplici, quei pochi sopravvissuti alla battaglia, sull'isola di Guam prende corpo e convinzione il codice etico del Bushido.

Shoichi Yokoi spara e scappa, l'aria non profuma più di frangipane, né di gelsomino. L'aria sibila nelle orecchie di Shoichi, diventa irrespirabile, acre.
Shoichi corre e non spara più, con altri commilitoni corre più velocemente possibile. Deve correre nella giungla, farsi inghiottire dal ventre fitto e folto della giungla.
Pesa sulle spalle lo zaino ma non si possono fermare.
Corrono nella giungla, sbattendo contro gli alberi di papaya, a volte inciampando sulle radici di merbau.
Sono loro, fucile in pugno a correre più veloci dell'artiglieria che gli scoppia attorno. 
Guam è un vulcano che sta eruttando fuoco dall'alto.

Il Bushido è un codice, rigido, etico, per noi occidentali incomprensibile.
È il culto che spinge i soldati giapponesi a compiere missioni suicide, i kamikaze con i loro aerei, a continuare a difendere l'Imperatore, solo l'imperatore fino all'estremo sacrificio.

Shoichi Yokoi con altri due commilitoni si stacca dal gruppo dei superstiti del suo battaglione; vedono una grotta seminascosta dalla vegetazione e spariscono al suo interno stringendo forte il loro fucile. Altri gruppi sparsi faranno lo stesso e spariranno.
Mentre il fuoco e i proiettili investono Guam tutti i soldati che non sono stati inghiottiti dalla giungla cadono in combattimento.
L'America riprende il controllo dell'isola sulla Fossa delle Marianne, libera i chamorro e annienta l'esercito nipponico, preludio alla sconfitta dell'Impero.

Guam è in parte corallina, in parte vulcanica, l'escursione termica ad un passo dalla linea del tempo, dove il giorno cambia solo spostandosi di qualche centimetro, è minima, fa caldo e l'umidità è pesante, quasi la puoi toccare.

Shoichi Yokoi con i compagni tocca la parete della grotta, filtra acqua, acqua presente nell'aria. La grotta sarà il rifugio dove vivranno, fino a che l'Imperatore non dichiarerà la vittoria nipponica.
A turno faranno la guardia all'ingresso della grotta.
Escono uno alla volta facendo attenzione a non farsi notare; con l'attrezzatura militare tagliano rami, tronchi, radici e si costruiscono un finto cespuglio col quale sparire nuovamente nella grotta.

Gli Usa costruiscono aeroporti per i propri aerei da guerra, aeroporti dai quali partiranno tutte le spedizioni nel Pacifico durante gli ultimi istanti della conflitto.
L'isola scopre una nuova vita dalle macerie della precedente. 
È nuovamente un territorio degli Stati Uniti, la sua economia dal dopoguerra si muoverà fra l'industria navale, il turismo, la ricchezza delle sue alghe e il commercio di legname, quel legno di merbau che finirà per arredare milioni di pavimenti nel mondo.

Mentre il Giappone cerca di uscire dai problemi legati al conflitto e cerca di rilanciare, riuscendoci, la propria economia su scala mondiale, il mondo intero ritrova il suo assetto, incappando a volte in qualche conflitto imprevisto, Shoichi Yokoi continua a stringere forte il suo fucile, anche dopo che nel Maggio del 1960 il soldato Bunzo Minagawa viene ucciso da dei boscaioli chamorro inconsapevoli che il soldato nipponico fosse nascosto fra gli alberi di merbau. Altri boscaioli qualche giorno dopo inviteranno il sergente Masashi Ito ad arrendersi senza sparare alcun proiettile.

Nel 1960 Shoichi Yokoi costruisce un nuovo rifugio, abbandona la grotta umida e cerca un nuovo rifugio per non doversi arrendere. Lo trova scavando nel terreno di Guam, lo ricopre con tronchi e rami, lo nasconde e si nasconde ancora agli occhi del mondo.

A Gennaio del 1972 il mondo vive qualche cambiamento o si prepara a viverlo in seguito, come nel caso di Microsoft nata da Bill Gates e Paul Allen come Traf-O-Data, i roghi ad Hong Kong della nave Queen Elizabeth alla fonda al porto cittadino, e all'aeroporto di Manila, nelle Filippine.
Il nuovo segretario dell'ONU si chiama Kurt Waldheim e la CEE si allarga con l'ingresso di Regno Unito, Danimarca, Irlanda e Norvegia.
È un normale inizio di anno.

Shoichi Yokoi il 25 Gennaio 1972 esce dal rifugio, ha i capelli un po' arruffati e la barba lunga. Indossa la divisa dell'esercito imperiale e tanta stanchezza. Ha bevuto l'estratto dei fiori di ibisco come sempre, riciclando quel che resta della pianta per fare qualche vestito.
Esce a sorvegliare quel tratto di giungla che ormai conosce a memoria, le radici, i fiori, i frutti, gli odori.
Shoichi Yokoi ricorda che sono tanti giorni che l'aria non brucia più, è rimasto solo dopo che due suoi commilitoni sono morti in battaglia.
Ricorda che è si è fatto più forte un rumore in sottofondo, un brusio metallico.
Ricorda che non è cessato neanche quando hanno soffiato forte i tifoni e lui ha dovuto riparare l'ingresso del rifugio con tronchi e rami nuovi.
Ricorda che sono tanti giorni che la guerra è finita ma non ha mai ricevuto l'ordine di rientrare dall'imperatore.
C'è il sole, caldo anche se è Gennaio quando Shoichi Yokoi in un pezzo di giungla che non conosceva incrocia degli uomini a bordo di un veicolo grande, rumoroso.
Gli chiedono qualcosa,non capisce bene, è stanco, uno degli uomini sul veicolo si avvicina, parla piano, Shoichi Yokoi è stanco, annuisce e consegna il fucile.
La sua guerra è finita dopo 28 anni.

Shoichi Yokoi rientra in Giappone dopo trent'anni dalla partenza. Rientra in un paese sconfitto ma che ha saputo rinascere chiedendo perdono.
Riceve i ringraziamenti regali, la Medaglia della Grande Asia dell'Est.
Shoichi Yokoi va dall'Imperatore e chiede scusa, si inginocchia chiedendo scusa per la sconfitta; chiude la sua esperienza militare e ricostruisce la sua vita, senza più codice Bushido.
Impara a misurarsi con la nuova realtà senza scordare gli anni della giungla di Guam.
Sente che può dare e dire molto, anche a chi fortunatamente un'esperienza simile non la farà mai.
Diventa insegnante di sopravvivenza girando per il nuovo Giappone, lanciato nel suo sviluppo economico e sociale.
Ci riesce, riesce a scrivere un paio di libri per lasciare traccia tangibile della sua esperienza e muore finalmente sereno nel 1997 ad 82 anni.




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