Metà maggio, tempo ancora un po' incerto; una nube, uno sprazzo di sole, aerosol e bende con ossido di zinco.
È un momento di stop forzato che ha la capacità di mandarmi un po' fuori fase. Quel tipo di riposo forzato che ha orari precisi, impedimenti ovvi e lunghi tempi morti.
Che fare?
Caffè, più di uno alla volta, TV, telegiornali e breaking news H24, quaderni, carta e penna, informazioni. Una bulimia di cose da fare, da dover fare quasi che fermarmi sia una punizione.
Ho avuto fortuna di fermarmi per motivi di salute solo una volta in vita mia e per fortuna molto lontana nel tempo. Avevo un'altra età, forse anche un'altra capacità di ripresa. Oggi mi rendo conto che sono come il meteo a maggio; variabile. Molto variabile.
Finisco un certificato medico e aspetto di ricominciare a lavorare come prima perché in fondo è la cosa che si fare meglio e che mi manca molto. Per tutta una serie di motivi che in questi giorni ho rivisitato e compreso un po' meglio.
Farà un po' male ma mentre sorseggio l'ennesimo caffè della giornata penso alla primavera, ai giochi estivi, discuto con la mia compagna che vorrebbe stessi ancora a casa.
Pazienza, con un po' di pazienza sistemo gli attriti, le cose che non vanno.
Non posso tenere sempre apertai quaderni, tablet, PC.
Arriva un momento in cui devo necessariamente richiuderli e ricominciare, con bende, pomate, cavigliere e accessori vari.
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