Black Friday, weekend ad uso e consumo dei commercianti, di chi prima del Natale e del successivo inventario vuole liberare scaffali, magazzini, hub di deposito. Il senso della sua istituzione mi è sfuggito sempre, almeno qui da noi in Italia. È una solida tradizione yankee, quella che ci arrivava attraverso video e TV e raccontava di interminabili code di gente fremente, pronta a dare l'assalto agli spazi altrettanto interminabili degli immensi mall americani. Altro spazio, altro mondo, cultura. Spinte, carrelli pieni, "chi primo arriva...". Il giorno dei super sconti dopo il giorno del Ringraziamento. Va bene, ma poi perchè ha oltrepassato l'oceano e si è radicata da questo lato dell'Atlantico?
Poco credibile la tradizione, assente anzi si direbbe, molto credibile invece la voglia di incassare un pò di più aggiungendo una data, una scadenza a fine mese, attorno ai bonifici degli stipendi (di alcune categorie almeno), prima delle feste, dei santi da festeggiare e via discorrendo.
Una ricorrenza ad uso e consumo del commerciante non del consumatore; ormai è prassi diffusa nei grandi marchi come nelle piccole imprese usufruire durante tutto l'anno di sconti fedeltà ben più appetibili rispetto ai giorni canonici ad essi dedicati.
Come scritto all'inizio il Black Friday è un immenso svuota magazzino, lungo addirittura una settimana come se il Ringraziamento fosse una festa all'interno del venerdì nero e non viceversa.
Un grande specchietto per le allodole più che occasionissime da prendere al volo.
Ecco, Black sicuramente per il caos che in qualsiasi negozio porta organizzare un evento simile. Porta un caos enorme, uno stress altrettanto enorme e non sempre si ha a che fare con clientela educata, pacata, rispettosa. Una situazione lontana dal ricco banchetto con il quale nativi americani e padri pellegrini festeggiano il gran raccolto nell'anno del Signore 1621. Una bulimia di offerte, depliant, offertacce, merce trita e ritrita che ritorna sugli scaffali come nuova, nuovissima, da prendere. Ecco, questo è il Black Friday, il venerdì che negozio, negozietti, imprese passano all'incasso.
Ecco.
Abbiamo copiato il peggio dagli Usa, ancora una volta verrebbe da dire, una volta di più.
Commenti
Posta un commento