Jump

Si salta intonando cori da stadio e porgendo il braccio ad immagini e successive figure, figurine e figuracce che passeranno in un modo o nell'altro alla storia nazionale se non quella nazional-popolare.
Si salta come se fossi in curva, con gli amici di sempre, con un bicchiere di birra in mano o alla sagra della salsiccia sotto uno scalcagnato palco.
Però sei tu che salti ad occupare quel palco...
Si salta per ribadire che si è, in questo momento storico (da ripetere: in questo momento storico) dalla parte giusta del dibattito che forse non c'è.
Si salta per ricordare ai rivali che loro, i saltatori, lo avevano già fatto in altri tempi, con altri protagonisti e che oggi (da ripetere: oggi, questo qui proprio) sono nelle condizioni di rifarlo, di ripeterlo, di togliere la polvere dalle scartoffie e riproporlo. Cosa? Il condono o sanatoria edilizia come fu chiamato il provvedimento nel 2003; un'epoca fa.
Oggi si salta dal palco per fare felice l'elettorato presente che invoca il predecessore-padre fondatore dell'attuale centrodestra, quel padre fondatore al quale oggi sembra stiamo ridando quanto a suo tempo tolto se è vero che ogni manovra o futura opera pubblica viene fatta in conto e per conto, ad memoriam, di Lui.
Oggi si salta tutti uniti, tutte le anime e correnti politiche che riempiono la coalizione di governo, in attesa di vedere cosa succederà in Campania il 23 ed il 24 novembre. 
Gli election day che nomineranno il nuovo governatore dopo i fasti della guida De Luca (un'eredità forse ingombrante, sia per la destra che per la sinistra).
E quindi dopo le belle parole pro candidato a destra si salta, si esulta e si lavora di cesello per la nuova legge di bilancio, per il nuovo condono (che è termine che in politica non è sempre bene usare, si ricordi). Condono che fra parentesi sarà di competenza di ogni singola Regione che avrà 60 giorni di tempo dall'entrata in vigore della norma per adottare una legge di attuazione della sanatoria e sempre fra parentesi entrerà in vigore anche in Campania, nella settimana del voto. Chi ci vede sempre la malizia e secondi fini in tempi di campagna elettorale e no, non necessariamente solo a sinistra, potrebbe leggere questa cronologia di eventi come una curiosa coincidenza o un vizioso vuoto di scambio...ai posteri dunque l'ardua sentenza.
Nel frattempo si salta "che non si è comunisti" con il nodo alla cravatta che ti strozza, con le pacche sulle spalle, con gli indici alzati al cielo come dopo un gol sotto la tua curva. Si salta dopo aver ostentato ai microfoni dello stesso palco un eloquio degno di un porto, di un cantiere con il massimo rispetto per il porto e il cantiere, in quella che dovrebbe essere una brutta imitazione del tycoon americano ormai eletto a stile di vita politica, affabulatorio come un disco che si inceppa. Non resta che saltare, che il governo dei fratelli, degli azzurri, dei verdi si diverte a farlo. Perché a sinistra lavorano alle risposte da dare senza mai trovare le risposte adatte. Perché c'è confusione fra tutte le componenti di un campo diventato così largo che pare arrivare dall'altra parte della luna ed invece a chi osserva sembra un piccolo orto.
Si salta, si vota, do ut des...

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