Pausa pranzo scrivendo

Il clima non è dei migliori, varia di continuo fra il caldo insopportabile quando è fuori stagione e il freddo altrettanto fastidioso quando hai già fatto il cambio degli armadi.
È un pomeriggio di metà settimana che il lavoro è finito presto, che la voglia di rincasare subito ancora non c'è. 
È l'ora di un pranzo veloce, seduto finalmente all'aria aperta, sotto uno dei tanti alberi che fomentano la mia allergia ma sotto cui mi piace tanto stare.
Posso osservare la città che si riprende dalla pausa pranzo con un ritmo così blando da sembrare  che non voglia riprendere nulla.
Io mi infilo in questa scia e apro una delle tante app di scrittura presenti sullo smartphone: scrivo, prendo appunti su questo scorsik di pomeriggio primaverile che non mi aspettavo certo di avere.
Scrivo, in questi giorni ho tante idee in testa, pensieri che vorrei fare uscire in un modo o nell'altro. 
Rincorro ancora qualche sogno negato alla scrittura, ancora uno solo poi forse mi fermo ma forse no, in fondo male non fa e soprattutto non fa del male a nessuno.
Scrivo dunque, di quello che provo oggi leggendo un giornale, rileggendo vecchi messaggi in chat, aprendo un social a caso, ascoltando soprattutto.
Mi manca forse qualcosa per lo scatto giusto, qualcosa di minimo lo so da me, che non so dove è nascosto.
Devo continuare la mia ricerca quindi, coltivare ancora un po' di quel nuovo sogno che ho trovato nel cassetto.

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