Portare a casa un accordo commerciale genuflettendosi in stile ragioniere Fantozzi.
"Lei è uno che sa concludere gli affari" esternato al momento della stretta di nano fra Donald Trump ed Ursula Von Der Leyen ricorda la partita a biliardi dello sfortunatissimo ragioniere interpretato da Paolo Villaggio con il Mega Direttore che se vince facile ti fa fare carriera, quindi ti consente di campare in parole povere.
Mancavano nel resort scozzese di proprietà della famiglia Trump i biliardi ma sullo sfondo dell'incontro, della stretta di mano seduti su poltrone pesanti di velluto verde erano ben visibili i campi da golf nei quali probabilmente il tycoon presidenziale mette a punto tutti i punti della propria campagna politico-economico. E mancava il corollario di sottomessi, dipendenti conniventi, che applaudono ogni parola del Mega Direttore evocando la bellezza di angeli e santi.
Un'intesa che converrebbe a tutti, per ora; dazi al 15% sull'export UE ad eccezione di acciaio e metalli.
E nell'intesa fantozziana l'obbligo di comperare energia dagli Usa (e gli accordi dei singoli paesi con Paesi africani e dell'est?) che costa di più, ha un costo che il solo attraversamento dell'Atlantico non giustifica.
Un accordo quadro con dazi e alcuni tassi zero (prodotti chimici ad esempio) cui sapremo più avanti. L'esclusione dei prodotti farmaceutici non mette le trattative in situazione pacifica. Adesso, dopo le strette di mano, le foto, è il momento di chi lavora dietro le quinte, di limare accordi e spese.
Noi comuni mortali continuiamo ad applaudire "quell'angelo, quel santo" che è Donald Trump.
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