Colpire, polvere e macerie

Nuovi attacchi, nuovi droni esplosivi, esplosioni, l'Idf (le truppe d'assalto israeliane ormai note) che uccide.
Fra le macerie naturalmente.
Secondo un copione conosciuto dopo la prima esplosione una seconda, che coinvolge e stravolge il quadro della scena.
Un drone che esplode a sud di Gaza, sull'ospedale di Khan Younis. I soccorsi che arrivano, spostano polvere, macerie e corpi perché le vittime ci sono.
E mentre la macchina del soccorso si muove, aiuta sui palestinesi cade dal cielo il raid aereo dell'Idf e colpisce medici, giornalisti e soccorritori.
Un crimine di guerra, un attacco, l'ennesimo, di Tel Aviv su quel che resta o si vuole fare restare a Gaza.
Per Israele è l'ennesima azione contro terroristi che però indossavano anche camicie bianchi, pettorine degli addetti stampa, Reuters ed Ap.
Mentre il mondo osserva e si volta in silenzio dall'altra parte l'Associazione della stampa estera presente nella Striscia chiede spiegazioni, subito, nell'immediato. Appare chiaro che nel mirino d'Israele ora ci sono anche i giornalisti che danno voce a8 sopravvissuti di Gaza e i medici che cercano di tenere in vita chi la vita la sente e la vede scivolare via.
Israele promette inchieste, promette di fare luce su chi possa aver dato l'ordine, necessario in casi come questo, di attaccare un obiettivo sensibile. Dovrebbe essere secondo scala gerarchica un alto ufficiale ma l'informazione e la disinformazione in questi casi seguono percorsi diversi, pieni di zone d'ombra.
L'ennesima inchiesta di Tel Aviv, del governo Netanyahu che lascerà tutte le pedine al proprio posto, sorridendo sardonico alla stampa ed alle opposizioni, lasciando la parola ai propri ministri, tutt'altro che disposti ad un passo avanti verso il popolo palestinese.
La forza di Netanyahu è tutta nell'indifferenza dell'Occidente, nel silenzio dei grandi del mondo.


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