A seguito del bilaterale di Anchorage, Alaska, con il presidente russo Putin, in attesa di un trilaterale con lo stesso presidente russo e l'omologo ucraino Zelensky, Donald Trump organizza un incontro coi vertici europei, Commissione Europea e Volenterosi. Presente questa volta con l'abito buono (dopo la crisi-agguato di febbraio) anche Zelensky.
La novità rispetto agli ultimi sviluppi la presenza della premier Meloni a certificare che l'Italia "c'è". Con quale ruolo non si sa bene, senza dare apparentemente aiuti militari (immancabile su questo argomento la dichiarazione del vice premier Salvini...) però "c'è", anche se quell'essere "ponte fra Usa ed Europa "non si riesce a percepire.
L'incontro a quanto pare quasi certamente porterà ad un trilaterale fra le parti coinvolte nel conflitto che aprirà a sua volta una serie di domande e certezze che non possiamo non porci.
Da Washington torniamo a casa con una Europa debole, inconsistente, al limite dell'impalpabile di fronte ai desiderata di Trump che li invita, li mette in attesa, in fila ordinata e poi a sorpresa fra un elogio ed una tirata d'orecchi li fa parlare al pubblico.
Una volta di più Washington segna la distanza fra Usa ed Europa, a sua volta slegata aldilà delle dichiarazioni dei Volenterosi.
Le domande che restano nell'aria dopo questo incontro in terra americana sono tante. La prima, pesante, è capire se spostandoci nel periodo medio-lungo la Russia rispetterà le condizioni di pace (pace, questo deve essere, non tregua) sottoscritte?
L'UE si troverà a pagare di tasca propria gli aiuti economici e militari dati all'Ucraina? All'interno per altri delle trattative sui dazi americani e i controdazi europei per i prossimi sei mesi congelati?
Che ricadute economiche-politiche-sociali-militari avrà la pace e le sue condizioni sul Vecchio Continente?
Non ultimo rimane il ruolo della Nato di Rutte, politico lodato da Trump nell'incontro di Washington ma che è rappresentante una realtà invisa dallo stesso tycoon.
Appare chiaro a tutti, diplomazie e gente comune che non sarebbe positivo per gli equilibri futuri l'entrata ucraina nella stessa Nato. Appartenere alla Nato significa, in base all'articolo 5, anche intervenire in difesa di un paese aderente in sua difesa e questa evenienza cone verrà affrontata?
Domande inevitabili, domande che non si possono non fare e non avere un peso importante negli sviluppi presenti e futuri.
Washington una volta di più regala un momento politico denso di nubi per il futuro.
E la certezza che l'Europa oltre gli scranni di Bruxelles è impalpabilie e inconsistente, in balia dei cambi di vento e in fila, ordinata, pronta ad eseguire ordini altrui.
Chissà...
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