Il Muro del Pianto

Gli aerei continuano a volare, a tracciare rotte sui cieli di Gaza, su tutta la striscia. Gaza City circondata da centi aia di tank con la stella di Davide. I bambini continuano a morire mentre Netanyahu e Rubio, Segretario di Stato americano, pregano davanti al Muro del Pianto.
Che dire? Viene da chiedersi quale messaggio avranno inserito fra le piccole brecce del Muro. 
L'incontro fra Usa ed Israele sembra una manovra di Netanyahu per riavvicinarsi all'amico Trump dopo i bombardamenti su Doha, alleato strategico americano nella penisola araba.
Incontro che si è svolto senza parole o considera da ambo le parti su quanto pianificato da Israele per i prossimi giorni, su quello che è esodo e genocidio al tempo stesso.
Succede che Trump alza la voce, minaccia a parole e parolacce come permette il proprio esiguo eloquio l'amico (questo è Bibi Netanyahu) ma poi invia ambasciatore e Segretario di Stato più adcuso e consumo dei media che per un reale intento di pace.
Nel mondo intanto si manifesta Pro-Palestina, si interrompono gare ciclistiche (saltata l'ultima tappa della Vuelta di Spagna), manifestazioni sportive, artistiche, salpano nuove imbarcazioni della Global Sumud Flotilla verso quella striscia di terra sabbiosa ormai polverosa e vuota. Si manifesta anche a Tel Aviv, contro il premier. Lo fanno i familiari degli ostaggi, di quelli liberati e di quelli che ancora sono prigionieri. Lo fanno perché oggi la realtà spinge lontana la speranza di riportare a casa i propri cari.
I tank, più di trecento, pronti all'invasione di terra a Gaza City ci illustrano una volta di più quale sia l'obiettivo unico di Netanyahu. 
Non importa a che prezzo, non importa delle critiche interne ed esterne (tanto si alza la voce random per poi rientrare nei ranghi di accordi politici ed economici più che radicati nella storia), il piano israeliano di annientamento dei gazawi e di tutta la Striscia sta per concludersi.
Intanto si continua a morire, senza età, senza sesso. Si muore.

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