Siamo in balia degli eventi e gli eventi hanno nomi e cognomi precisi, luoghi precisi dove vivono ed entro i cui confini si spostano. Hanno nomi e cognomi altisonanti, poco eleganti, obsoleti ormai vista la presenza ormai fissa nei notiziari, negli articoli sulla carta stampata, nelle cronache internazionali.
Hanno nomi e cognomi che oggi, nell'oggi che parla di fine settembre 2025, assomigliano a cattivi attori di un pessimo copione fatto di sangue e polemiche, missili, droni, sanzioni internazionali, mandati di cattura che sembrano fatti di carta straccia.
Hanno nomi e cognomi sgradevoli a volte, da cattivi come nei film, nei romanzi gialli internazionali, da guerrafondai; un'atmosfera da cowboy ed indiani che tutti sappiamo già come finisce.
E un mondo intero, non sono sulla carta purtroppo a disposizione, entro il quale fare e disfare interessi nazionali e personali, personali forse più che internazionali. Interessi che sono terreni, risorse energetiche, tecnologie. Il mondo di oggi che ha mutato confini, limiti, città e nomi, come in un triste gioco da tavolo.
Hanno nomi e cognomi precisi, nomi come quelli che ricordi subito non appena li senti nominare e uno dopo l'altro danno vita ad una lunga lista di personaggi scomodi, sgradevoli, invisi spesso al popolo che li ha eletti, chissà come, chissà perché.
Hanno nomi e cognomi di chi vuole la guerra perché la guerra è un male necessario per riportare il proprio paese alla grandezza del tempo che fu, un tempo che la Storia ha chiuso in una pagina lontana.
Hanno nomi e cognomi di chi non chiede aiuto per i propri concittadini ma chiede armi, soldi, soldi ed armi per difendersi e perché no, attaccare. E' la guerra, così sia. Guerra che può protrarsi per anni, può sembrare lenta, e' sicuramente inesorabile.
Hanno nomi e cognomi forti, da grandi imprenditori con la coscienza sporca, con la fedina penale macchiata, con l'arroganza dell'uomo della strada che sulla strada ci è rimasto, nonostante siano passati anni e soldi. Ci sono personaggi che entrano ed escono dalle cronache politiche, che vivono al confine di ogni vicenda.
Hanno nomi e cognomi che parlano ai microfoni di un palazzo di vetro con gli interni d8 marmo verde che ricorda molto i servizi igienici di un albergo di lusso anni '80. E forse per il peso del palazzo nella Storia il paragone calza perfetto.
Hanno nomi e cognomi di signori della guerra, di una di quelle guerre che insanguinano anime e cuori, producono morti, feriti, orfani e odio, soprattutto. Odio che troverà terreno fertile per crescere negli anni a venire, per decenni.
Hanno nomi e cognomi che vengono urlati nelle piazze, nelle strade, nei manifesti. Vengono urlati per chiedere pace, una pace indispensabile, definitiva che pare non essere cercata da nessuna delle parti coinvolte.
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