Marmo verde senza speranza

C'è sicuramente qualcosa di sbagliato nel mondo attuale. Qualcosa che si sposta nebulizzato nell'aria. Qualcosa di malvagio.
Altrimenti non me lo spiego.
E cominciano ad essere tante le cose alle quali non trovo spiegazione.
Non mi spiego né l'apparente incerta politica del nostro governo, interna ed estera, così ondivaga ed incerta in alcune dichiarazioni che la politica internazionale che si muove fra strette di mano palesemente di facciata e dichiarazioni che sono minacce e minacce usate come dichiarazioni ufficiali.
Il difficile è da dove cominciare perché di aria dubbiosa ce n'è ovunque.
Partendo dai confini nazionali l'irrigidimento del nostro governo, almeno nei termini attuali con un premier che fatica a parlare con tutta quella parte di stampa che non le e' favorevole, come se l'informazione debba essere per forza di cose "di parte".
C'è nel mondo politico nostrano una sorta di coreana chi compie l'impresa più eclatante in termini di castronerie, chiamiamole così. E in questo caso la sequela di protagonisti si allunga a dismisura, partendo dagli scranni del governo per proseguire ai banchi della maggioranza e finire poi frani banchi dell'opposizione. Opposizione quanto mai evanescente, come evanescente in realtà appare il supporto alla vita degli italiani di alcuni rappresentanti di governo.
Fra feste, sagre che sono campagne elettorali, apparizioni in studi televisivi amici, progetti di infrastrutture che potrebbero portare al collasso economico del paese e silenzio, rigoroso silenzio sulle guerre in corso nel mondo, quelle più recenti perlomeno perché se si spostasse lo sguardo nel sud del mondo se ne potrebbe parlare per ore.
Roma tace, parla il giusto per non scontentare mai l'ospite di turno.
Per dirla tutta non è solo il governo italiano ad apparire strano ed anomalo, esposto alle onde e correnti della politica internazionale.
Francia, Spagna, Gran Bretagna, Usa, Canada, Brasile, Ucraina, Turchia, UE in ordine sparso, al netto di guerre, bombe, droni di origine incerta ma per tutti certa che stanno invadendo i cieli europei e non, appartenenti alla Nato o meno che tanto ormai anche questo appare un piccolo dettaglio.
E l'aria malsana che evidentemente ammorba menti e coscienze assomiglia ad una di quelle perturbazioni che montano, sfogano e lasciano danni enormi a terra.
Noi nel nostro piccolo sembriamo a volte avulsi ai grandi avvenimenti internazionali. Sulle guerre in corso, che non sono le sette elencate da Trump (evidentemente alla ricerca di consenso per un improbabile e bramato Nobel per la Pace); le guerre più vicine a casa nostra hanno creato come spesso avviene un forte fronte "pro" ed uno "contro", interno e social, che spesso trascende nella volgarità anche fra gli scranni parlamentari non solo nelle strade dove diventa quasi fisiologico che il malcontento si manifesti con gesta e parole dure, difficili.
Non si sono abbassati i toni, richiesta lecita, conclusione anche ovvia si direbbe, dopo le polemiche marcatamente "pro" e "contro" che hanno caratterizzato il confronto politico nei giorni successivi all'omicidio del blogger ed influencer vicino a Trump, Kirk.
Dall'omicidio Kirk in poi il nostro piccolo mondo europeo (continente ed Unione di cui siamo parti e  siamo membri storici, oggi nostro malgrado) e fatto di alleanze, rapporti economici, strategie che spesso si muovono nell'ombra e spesso sconfinano e si sovrappongono, si muove ad una velocità doppia rispetto a prima nella quale emerge la figura arrogante quasi tirannica del preside americano Trump che vuole, apparentemente almeno, riportare in alto gli Usa, la Grande America di un tempo. Lo fa però puntando indici, accusando, alzando dazi e tassi per i paesi amici e non. Lo fa circondandosi di personaggi quantomeno ambigui, poco adatti alla politica internazionale e più ad un club di bande in qualche saloon.
Lo fa con una pochezza di eloquio che viene ripreso e copiato dagli alleati con risultati pessimi, con dichiarazioni che danno vita inevitabilmente a meme che riducono ogni cosa ormai in comica a mezzo social. La scivolata nel ridicolo purtroppo è più diffusa oggi di ieri.
E pessime nella gestione di casi internazionali, dazi commerciali e mandati di cattura, la UE e l'Onu. Entrambe a conti fatti hanno perso il loro ruolo diplomatico e politico (bastino le ultime vicende internazionali, i dazi accettati dall'Unione, i mandati di cattura per alcuni non per tutti). 
Forse tutto questo zibaldone di avvenimenti, minacce e dichiarazioni sono dovute all'aria malvagia che si addensa sulle nostre teste, un po' come accadeva nel primo film dei "Gosthbusters".
E restando in America, perché ormai il fulcro di ogni trattativa internazionale ha lo sfondo dello studio ovale della Casa Bianca, una domanda è spontanea farcela: qual'è la differenza fra lo "statista" Trump e l'ex spia Putin, i vertici di Hamas e Netanyahu?

















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