Centrosinistra con i cerotti

Lentamente a piccoli scaglioni si stanno completando le tornate elettorali per i rinnovi dei consigli regionali; ultime in ordine di tempo saranno Campania e Toscana. Un dato preoccupa una parte dell'elettorato, di una parte del mondo politico. Dell'opposizione nel nostro caso. Preoccupa il fatto che a parte vittorie elettorali più simili ad estemporanei exploit come in Umbria nel 2024 nulla lascia intravvedere un futuro prossimo a tinte rosa. 

Appare chiaro che qualunque sia il risultato elettorale di Campania e Toscana il centrosinistra non ha la capacità di superare i consensi attuali del centrodestra. Maggioranza che oggi sembra destinata a chiudere la legislatura senza particolari scossoni; qualche sconfitta imprevista come la città di Genova o la stessa Umbria citata in precedenza e' stata assorbita limitandone i danni e le ricadute negative su coalizione e governo.

Ecco il punto, la coalizione. La coalizione che compone la maggioranza non è immune da polemiche e attacchi ma appare ogni volta in grado di superare l'ostacolo, il momento di difficoltà anche auto inflitto sia chiaro. E' una coalizione in cui il ruolo di protagonista principale è "tagliato su misura" per la premier Meloni, altrettanto chiaro appare il ruolo di vice perché è stato storicamente dimostrato che "di più non possono fare" sia di Salvini che di Tajani. Pur con l'ago della bilancia nettamente a favore della premier dati alla mano è una coalizione che regge l'urto degli attacchi dell'opposizione, ormai frammentata in mille correnti e correntine caratterizzate da mille anime e diverse.

Mentre a sinistra, all'interno delle segreterie, si rimpiangono i tempi di Bersani (l'ultimo segretario PD davvero capace e coerente) senza avvicinarsi o coinvolgere l'originale che sarebbe la cosa più sensata da fare, dal centrodestra esce l'idea che gli anni da ministro della Gioventù del governo Berlusconi dal 2008 al 2011 abbiano in qualche modo forgiato la carriera politica e l'approccio ad essa della premier, più di quanto la vicinanza allo stesso Berlusconi abbia giocato a Salvini e Tajani.

Sinistra, dicevamo. Da sinistra l'elettore assiste ad attacchi mirati alla maggioranza di governo più che a chiari programmi elettorali, che si parli di politica nazionale o internazionale. Non sembra essere in grado di colmare il gap che l'ultimo triennio ha generato la segretaria Schlein, non sembra essere in grado di colmare nemmeno chi si muove alle sue spalle, che per inciso non è chiaro chi sia. Potrebbe essere l'ex governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini ma e' rimasto a metà strada fra il ruolo di europarlamentare e Presidente del Partito Democratico. E' internamente al PD che si trova il problema più grande. L'incapacità di riunire le diverse anime del partito in un unica corrente, forte. L'incapacità di andare davanti ai microfoni e di non attaccare l'avversario ma di proporre le proprie idee, le proprie soluzioni. Era una delle caratteristiche dei segretari di sinistra "degli anni belli", quelli che sembrano destinati a non tornare più, almeno nel breve periodo. Il centrosinistra per correre in campagna elettorale contro la maggioranza ha bisogno di alleanze mentre un tempo neppure troppo lontano "camminava con le proprie gambe"; alleati che oggi sono Alleanza Verdi Sinistra, Sinistra e Verdi. Forse gli ultimi partiti del centrosinistra ad essere rimasti coerenti con le proprie idee ma con numeri a volte non sufficienti a permettere quel salto in avanti indispensabile e ricordo da tempo dal PD. Certo altre volte si è creata una alleanza con il M5S ma è stata spesso un'alleanza ondivaga, incostante.

Quale idea quindi per il centrosinistra alla viglia delle elezioni regionali in Campania e Toscana? Quale idea uscirà dalla segreteria per festeggiare o preparare la nuova rincorsa dopo un'eventuale sconfitta? E come sarà il futuro del partito, del centrosinistra in caso di nuova debacle? 

Guardando lo storico prodotto dal centrosinistra in quest'ultimo triennio non sembrano esserci margini di manovra per trovare uno spiraglio di ottimismo, anzi. Poco è giunto in quest'ultima campagna elettorale dalla segretaria Schlein che ha avuto si il merito di essere la prima donna segretaria del PD ma non ha saputo confrontarsi con le proprie idee con il centrodestra; con le proprie idee si badi. Impostare le proprie dichiarazioni sui difetti dell'avversario allontana il proprio elettore, crea disamore politico perché nel caso non se ne fosse accorto nessuno al riparo delle segreterie la distanza con il presente si è ampliata, si sono persi elettori storici che preferiscono l'astensionismo al voto, si è lontano anche dalle nuove generazioni che si, marciano protestano, scioperano ma con bandiere e colori che non hanno nulla di politico ma che dalla politica vengono usati.

Che si voti quindi, che si termini anche questa tornata elettorale ma che poi si tirino le somme sui problemi e i tanti contro del centrosinistra.





Commenti