Global Sumud Flotilla

La Flotilla diretta a Gaza col suo carico di aiuti umanitari alle ore 21 di mercoledì 1 ottobre 2025 è stata abbordata dalle navi della marina israeliana e gli occupanti, di tutte le nazionalità, presenti a bordo portati in un porto di Israele dove verranno identificati ed espulsi dal paese.
Durante tutta la giornata di mercoledì si sono susseguiti servizi on line fra canali di informazione e gli attivisti; dirette streaming che hanno informato in tempo reale il mondo intero che oltre non si sarebbe più potuti andare. 
La Flotilla, una parte di essa almeno da quanto traspare dalle informazioni giunte alle agenzie di stampa, è arrivata a 170 miglia da Gaza, quasi al limite della zona coperta dal blocco navale imposto da Israele e ad oggi sembra la distanza massima possibile da raggiungere. 
Le immagini degli attivisti seduti sui ponti delle imbarcazioni con giubbotti di salvataggio e mani alzate sono le ultime immagini visibili e disponibili della Flotilla.
Il resto è ora politica e polemica.
Politica interna con il lavoro che ora siettacai ministri degli esteri e della difesa; ci sarà da seguire attraverso gli incaricati di ambasciata e consolato presenti a Tel Aviv e Gerusalemme le vicende dei connazionali, che dovrebbero essere 22, organizzare il loro rimpatrio. Un rimpatrio amaro per essere arrivati davvero a tanto così da attraccare a Gaza, da scaricare il carico di aiuti umanitari necessari, fondamentali dentro una tragedia umana che appare infinita.
Lo stesso faranno gli altri paesi di appartenenza degli altri attivisti coinvolti nell'abbordaggio e nel fermo. 
Poi saranno giorni caldi (l'Italia ad Udine il 14 ottobre ospiterà l'incontro di calcio con Israele per le qualificazioni al Mondiale di calcio 2026 e già i livelli di attenzione in città sono elevati), almeno in Europa, con un'ondata di scioperi e manifestazioni annunciate e subito iniziate nelle grandi città italiane come Napoli, Roma, Pisa; impressionante la marea umana che bella notte romana si dirige verso Palazzo Chigi.
A Gaza, in Israele continuerà il massacro, l'allontanamento forzato di chi può spostarsi, e gli aiuti umanitari scaricati, è questa la speranza, dalle imbarcazioni della Flotilla consegnati su gazawi attraverso canali sicuri israeliani, non è dato sapere quali siano questi canali sicuri.
Dopo la notte dell'abbordaggio e delle manifestazioni la questione è in mano al governo, a tutti i governi coinvolti ovviamente, che non è sembrato molto morbido verso gli attivisti, al di là dell'aspetto umano ed umanitario. Sicuramente il peso di relazioni politiche, sociali ed economiche con Israele si è fatto e su farà sentire.
Così come nei giorni che hanno preceduto li stop della flotta di attivisti questo peso su è fatto sentire su buona parte di stampa e TV.
La navigazione e l'abbordaggio hanno avuto da subito un marchio preciso e su questo si sono basate trasmissioni, articoli, interventi parlamentari caratterizzati spesso dall'insulto personale, dall'attacco frontale che esulava di molto dal punto fiscale della questione: a Gaza almeno due generazioni sono morte, non c'è futuro, si sta cancellando il passato, si muore di fame e di bombe, è necessario trovare un punto di incontro e portare aiuti.
Ecco, dopo il Piano di pace made in Usa e l'abbordaggio della Flotilla, quesri ulrini due punti sembrano legati allo stesso destino di alcune imbarcazioni fermate davanti Gaza.
Finiranno nei fondali del Mediterraneo.
E Israele potrà portare a termine il suo piano.

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