E dopo la manifestazione nazionale del 2 ottobre 2025 pro Palestina, pro palestinesi, a favore dei gazawi non pro Hamas come tante volte polemizzando si è cercato di definire l'essere pro Palestina, rimangono le immagini forti, travolgenti della marea umana che ha protestati, scioperato, manifestato.
Immagini che raccontano molto più di quanto le dichiarazioni ufficiali dicano.
Nelle stesse foto, raggruppate sotto le stesse bandiere, migliaia di teste pensanti, di voci palanti. Tutte insieme, senza uscire dal coro.
Voci di bambini, giovani figli e genitori che hanno giocato, manifestato gravi colori di bandiere, striscioni, slogan, senza quella cattiveria che invece è finita dentro articoli di giornale e servizi televisivi.
È stato un 2 ottobre 2025 che ha unito più generazioni, diverse fra loro per storia, esperienza, età.
Una manifestazione che si è mossa trasversale lungo tutta la penisola, che non è nata per "ottenere un weekend lungo" come da dichiarazione di governo; è una manifestazione di umanità e senso civico. Qualcosa per certi versi unico che ha avuto la capacità di smuovere la coscienza di chi negli ultimi due anni ha assistito quasi inerme ad una tragedia che ha prodotto numeri impressionanti.
Ha unito dove era possibile unire studenti ed operai, bambini e genitori a lavoratori, pendolari.
Un gruppo eterogeneo di stili di vita, pensieri, vite decisiva chiedere a voce alta la pace, una pace che oggi più che mai è necessaria.
Una risposta forte alle polemiche della maggioranza, dei pochi e soliti noti verrebbe da dire, che l'hanno preceduta.
Maggioranza conscia del fatto che dal giorno dopo avrà a che fare con un gruppo forte, apparentemente unito con cui fare i conti nel futuro più prossimo.
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