Trasagas in fieste

Ho la fortuna di abitare in una regione che ha tutto, un compendio come un poeta di cui ora non ricordo il  nome la definì, a portata di poco tempo e pochi chilometri.
Perfetto quando odi il caldo e vuoi subito, nell'arco di venti minuti d'auto più o meno, andare in ammollo. E tanto meglio se il tuo posto delle fragole é in un ansa del fiume, anzi una volta sistemata la tenda sono nel mezzo. Tra due colline verdi e poco altro. Il rito si compie con la raccolta di sassi e il fuoco da accendere.
Perché accendo un fuoco se ho caldo?
Vipere, biscie di acqua e zanzare non mancano, colpa mia che invado il bosco, ma un deterrente in più non guasta mai.
É un rito misero ma che fa star bene.
Nelle ritualità di una escursione al fiume non manca il cappuccio e il toast nell'unico bar del paese, quel bar sport che sotto le tremila anime ogni paese ha.
Dietro il bancone l'oste é l'orso pedemontano che parla solo la lingua locale, bravo però a farcirti il panino con tutto un mondo dentro, davanti soliti tavolini in legno con operai a fine turno e ad inizio birra e anziani che discutono davanti al giornale locale.
Cosa manca?
La tv appesa al muro che passa solo sport h24.
E il totocalcio?
Tranquilli, stiamo discutendo a chi dare la tripla...
Ora la mia escursione al fiume può iniziare.

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