Tornare dietro il bancone.
É un sogno, un desiderio.
É un rimpianto perché ho lasciato dopo tutta una vita il lavoro col quale ho iniziato e per il quale ho lasciato il pallone. Un mondo attraverso il quale ho potuto vedere una parte di mondo, una parte di mondo che stava cambiando e che col senno di poi ha portato più confusione che benefici...
Il mondo che mi dava soddisfazione anche economica, perché no.
L'ho lasciato convinto di fare il mio meglio naturalmente.
Adesso che di anni ne sono passati una dozzina, rientrare dietro il bancone é quasi una chimera nelle mie condizioni.
Anni fa quando si era in crisi pensare ad un periodo da semplice cameriere era la soluzione immediata al problema. Avevi una scelta ampia e jobs act free. Free anche dalle manovracce dei vari governi.
Adesso che ho messo sul tavolo il mio sudatissimo diploma alberghiero ho davanti mille ostacoli per lo più burocratico.
Da subito ti accorgi che i 41 anni suonati sono un macigno, poi se passi sopra l'età é il sesso ad essere quello sbagliato. Se la fortuna é dalla mia scopro mio malgrado che parlo le tre lingue che nessuno richiede più. Potere della globalizzazione.
E tornare dietro il bancone rimane una chimera molto sconveniente.
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