C'é un momento nella vita in cui tutti siamo davvero uguali. Il momento che il buon Totó descrisse ne " 'A livella", cioé il momento in cui tutti moriamo.
E uguale é, dovrebbe, essere il funerale, il poter usare la chiesa, la possibilità di dare l'ultimo saluto.
Dovrebbe appunto, perché non sempre le strade del Signore sono uguali per tutti. A me pare proprio il contrario.
Non sto a discutere dei gusti dei parenti del caro estinto in fatto di funerale quanto piuttosto il ruolo di parroco, chiesa e Chiesa. Si entrambe.
Se da un lato il Papa cerca di andare a ripulire l'immagine obsoleta e stantia di una istituzione che si é infangata da sola ( ci sono migliaia di fatti di cronaca a testimoniare la cosa), dall'altro ci sono singoli individui che cavalcano la polemica politica senz'altro in cambio di un notevole ritorno economico e di popolarità e altri singoli che prima vietano esequie ed uso della chiesa (che per inciso dovrebbe essere pure mia) ad una persona che a testa alta ha semplicemente scelto di morire perché era giusto così.
Lo stesso singolare prete ha permesso lo sfarzo hollywoodianp di un funerale in leggero odore di malavita.
E non dimentico il boss anni settanta sepolto in basilica.
Senza mezze parole penso e dico che se a me per dire il nome di mia madre al suo funerale mi hanno chiesto cinquanta euro, in questi casi i bonifici siano stati più corposi.
Penso anche che non tutti i parroci siano degni di portare la fede e l'abito talare di persone, prima ancora che preti, di Don Puglisi, Don Ciotti e Don Mazzi, per citarne tre a caso.
Amen.
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