Anche oggi che sono "grande" fatico a non provare nostalgia affettuosa per loro, le figurine Panini.
Per anni, tutti quelli della mia infanzia e dell'adolescenza, hanno rappresentato l'appuntamento cruciale della domenica all'edicola del paese. E dopo essere rientrato con mille lire di figurine, dieci pacchetti preziosissimi, iniziava il rito, rigorosamente dopo il pranzo della festa, del "celomanca" per trovare le doppie e finalmente attaccarle sull'album, dal valore inestimabile. Ed era bello perdersi poi nelle statistiche di ogni singolo calciatore. Dettagliatissime ovviamente, e non poteva essere altrimenti vista l'uscita targata Panini dell'Almanacco del calcio, appena prima di Natale.
E a me più di un Natale l'Amanacco lo ha salvato.
Tornando all'album, stavo attento ad incollare perfettamente a figurina nel suo spazio.
E le doppie, quelle tanto doppie, finivano appiccicate ovunque per casa per la disperazione della mamma.
E le doppie?
Le doppie le conservavo gelosamente perché per completare l'album erano estremamente utili e preziose. Avevi due scelte: o le scambiavi e avevi la figurina mancante con relativa poca fatica, o te la giocavi con i tuoi amici col rischio peró di non avere quella che ti mancava e di perdere la tua doppia.
Il gioco consisteva in due varianti.
Una necessitava di un muro. Alla sua base appoggiavi la tua figurina e a turno si faceva scivolare la propria perpendicolarmente al muro, sperando di farla poi cadere su quella a terra. E il gioco andava avanti per ore.
L'altra alternativa era di lanciare la tua figurina in avanti, a seguire anche gli altri facevano lo stesso. Anche in questa variante andavi avanti per ore e il rischio di rimanere a mani vuote era elevato.
Ho giocato per anni con gli amici finché pian piano sono cresciuto.
Ma come tutte le passioni neanche questa é venuta meno.
Con i figli ho ripreso a correre la domenica in edicola e prendere le canoniche diecibustinedieci.
E le doppie?
Ora le scambia e ci gioca il figlio più grande. Io mi limito a guardare e ad essere soddisfatto che per certi versi continui la nostra tradizione.
E che si diverta.
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