Città del cuore

Pur avendo avuto la possibilità di vivere in alcune delle città più belle e affascinanti del mio paese una mi é rimasta nel cuore più delle altre.
Dall'altra parte della cartina geografica rispetto a dove abito ora, con Genova é stato amore a prima vista, pur se l'impatto iniziale non fu dei migliori.
Da lì é ripartita la mia vita lavorativa e non.
L'inizio fu per capire in che azienda fossi capitato e nel tragitto dalla stazione ferroviaria all'albergo ho pensato che forse non ero capitato bene. La prima zona fu Sampierdarena, zona di lavoro pesante, qualche centro sociale, il porto con annesso mare davanti e la Lanterna a sinistra dello stesso panorama. L'alloggio era in un albergo ad ore e per un attimo ho temuto il peggio. Questo almeno mi garantiva il cambio biancheria e la pulizia della camera. Bene.
Poi ho iniziato a viverla col lavoro, centro commerciale d'accordo ma comunque clientela varia, variegata, con mia sorpresa tanto Sudamerica e nel fine settimana il Piemonte che scende al mare dando un senso, a me ovviamente, alle parole di Conte in "Genova per noi".
Districandomi un pó da solo la mattina al bar con la lingua ma perdendo nettamente il confronto fra il mio cappuccio e brioche e "fugassa e giangetto"dei portuali che incrociavo nello stesso bar la mattina, ho imparato la strada per arrivare al lavoro. Poi peró ci son stati colleghi "zeneisi" che mi hanno scorrazzato per la città, per i carrugi che a vederli dal vero sembrano davvero più piccoli e stretti.
Il connubio di fascino e gastronomia ha fatto il resto e negli anni ho preferito scendere in Borgo Pila, concedermi un aperitivo in via S.Francesco che mi ha sempre consolato anche dopo che il lavoro mi ha fatto lasciare il centro commerciale e la Fiumara per un negozio in centro.
E poi? Poi la pizza al porto, ai "Magazzini del sale", col Bigo a guardarmi le spalle dall'alto.
Quando ho lasciato l'azienda per cui lavoravo ho cambiato città, prima Milano ora Torino ma nessuna mi é rimasta dentro come Zena.
Parola di Gabibbo.