C‘é il sole, anche se il cielo promette pioggia a stretto giro di posta. Giorno libero e libertà di staccare la spina completamente, da tutti e da tutto. Sono le sole 24 ore da qui alla vigilia di Natale che saremo una coppia.Se c‘é il sole tutto va a meraviglia, mare, lago, passeggiate, aria aperta e magari anche del buon cibo.Anche il risveglio va di pari passo alla voglia di staccare la spina. Stavolta sono io che aspetto l‘alba, non il contrario. E si fa l‘amore quando nasce il sole.Bello tutto ma mentre ascolto la caffettiera borbottare il suo risveglio sento una fitta fra le scapole. Dolore.E dietro la fitta la sua voce.“Andiamo all‘Ikea?“La sento chiaramente anche se arriva da lontano:“Lo stiamo perdendo!“É un codice rosso che supera l‘odore del caffè appena uscito, il mio cappuccino e le quattro fette biscottate con la marmellata preparate con cura un attimo prima.Non ho la forza di dire nulla; lo sguardo parla, urla.Io detesto gli agglomerati, l‘unico agglomerato per cui chiudo un occhio é il muesli.La colazione scivola via un pò troppo velocemente e rabbiosa. Va bé, ho capito che la giornata volge male. Si parte in direzione Ikea, autostrada e sole, mare in direzione opposta alla mia.Peccato, poteva andare meglio.Agglomerato di monomarca e bambini, mobili da montare che sovrastano carrelli di pensionati senza meta. Almeno al bar un caffé lo voglio bere con calma prima del tour de force. E il pranzo? Etnico naturalmente e pazienza se la giapponese prende l‘ordinazione e nel mentre parla da sola. É l‘apoteosi di una giornata assurda. Le gallerie vuote e un menù completamente esaurito prima che io possa ordinare ci aiutano a decidere di tornare a casa. Si é alzato il vento, meno male che stasera piove.
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