Mandi Olivo

Penso che a volte serva un rispettoso silenzio per delle persone che magari non conosci ma che sai che hanno fatto, e il termine è riduttivo, una cosa grandissima: vivere e tornare a vivere. Dall'Inferno, e anche questo è riduttivo. Sono passati tanti, tantissimi anni da quando la Seconda Guerra Mondiale è finita, l'Olocausto è finito ma tutto a me sembra attuale, con intolleranze e prevaricazioni ormai ad ogni latitudine. Il silenzio che vorrei ci fosse é per un signore, anzi Signore e con la Esse maiuscola tutti quelli come lui, che se n'é andato in questi giorni in modo sereno come giusto che fosse. Parlo del Signor Olivo Soravito, di Liariis di Ovaro, Friuli. Ultimo sopravvissuto di Buchenwald, un inferno messo in terra, come altri in quell'Europa viziata da una generazione sbagliata di tedeschi e non. É stato deportato, lontano dal lavoro, affetti, luoghi conosciuti e reso numero e nulla più. Ma quella generazione malata non ha fatto i conti con la voglia di vivere di Olivo e chi come lui. La voglia di poter rivedere Ovaro, gli affetti e di ricominciare. Aver toccato l'Inferno ed esserne uscito gli deve rispetto, quello che ha avuto poi nella sua terra finalmente pacificata. Ha ripreso a vivere con la dignità che spetta a tutti. Finalmente.
Poco prima di morire ha reso pubblico il suo diario, portandolo con umiltà nelle scuole, a chi l'Olocausto lo ha conosciuto solo sui libri di scuola. Sempre con la sua divisa da deportato, perché si deve ritornare a vivere ma senza dimenticare mai. Ora non c'é più, riposa sereno altrove in un altro posto. Gli dico semplicemente Mandi Olivo e grassie...per tutto quello insegnato.

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