Arriva la Pasqua, evviva. Posso ricordarmi di spolverare uova e coniglietti altrimenti costretti alla muffa in soffitta. E te li ritrovi come gli alieni de "L'invasione degli ultracorpi", in ogni angolo del mondo, colorati coi colori più assurdi perché si, "...l'azzurro e il giallo di sa, richiamano la Pasqua.. ". Ma chi lo ha deciso? A me ricordano solo un giorno qualsiasi all'aria aperta e lo ribadisco mentre mi divincolo dall'odiosa personal shopper che mi sta proponendo un inventario di quello che ha senza centrare il bersaglio. Via via. Lontani. É peggio del Natale. Ora hai l'obbligo di decorarti la casa, di fare il ramo o l'albero pasquale: perché? Se la memoria non mi inganna si festeggia un chiaro caso di omicidio, condito da tradimenti e sevizie. Che festeggio? Il coniglietto Lindt, che ti guarda triste con la campanellina al collo ( vi ricordate? Io ho Leo libero in giardino...ecco, mettetegli la campanellina ...), o il cugino sfigato della Lidl. Più o meno la stessa cioccolata usata per i Babbi Natale o i Pupazzi di neve invenduti a Natale, ricolati e ristampati. Non la voglio festeggiare anche perché a Pasquetta devo comunque lavorare e aspettare che il vagabondo di turno entri in negozio. No, no. Non ci siamo.
E se tutti i coniglietti, e le galline, te le propinano sottoforma di salvadanaio, di portastuzzicadenti, di annaffiatoio io rimpiango quando massimo era colorare le uova di rosso con un pezzo di stoffa e la pentola di acqua calda o con i pennarelli e poi correre nella piazza del paese e giocare a chi aveva l'uovo più resistente. A casa tornavi con un cartoccio di uova sode e alla fine del pranzo aprivi l'uovo. Senza essere circondato da decori e addobbi. Basta, finiva lì. Ed era bello così, anche se la sorpresa era un inutile giochino in alluminio colorato male, non come ora che l'uovo è solo griffato. Di qualcosa o qualcuno, ma con la griffe. Insomma, è arrivata un'altra volta e io ho fatto le vetrine fino a notte...ma le festività non son per tutti?
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