Tra due giorni finalmente é festa, il Primo Maggio, La Festa per chi lavora ed invece é festa per chi fa un lavoro diverso dal mio. Diciamo la verità, non tutti i lavori e i lavoratori sono uguali. Qualcuno è favorito perché lavorando nell'industria basta alzar la voce e ventilare uno sciopero che lo Stato ascolta e accetta, a prescindere, specie se oltre alle tre canoniche sigle sindacali, cgilcisluil in un sol fiato come gigiriva o paolorossi, alza la voce la Fiom, che ha assunto nei anni un potere spropositato al tavolo delle trattative. E i sindacati maggiori? Ecco, appunto. Io lavoro nel commercio che non produce come l'industria o l'agricoltura, ma cavolo se produce, e ormai le feste canoniche, "quelle rosse sul calendario", sono diventate normali giorni di lavoro. E che giorni di lavoro. Mentre i sindacati invitano tutti a partecipare alle varie manifestazioni, in primis il Concertone di Roma, fiore all'occhiello di tutto un anno di parole pagate fior di quattrini dei tre sindacalisti, chi "santifica le feste", in prevalenza stranamente persone legate a banche, poste, p.a., esercito, riempie i negozi, i centri commerciali con il beneplacito di cgilcisluil. Perché? Perché ci hanno solo provato anni fa a manifestare contro le aperture selvagge, salvo fare inspiegabilmente marcia indietro. E a noi tocca alzare le serrande, indossare sorrisi e pazienza per un altro Primo Maggio al lavoro. E toccherà osservare sindaci incompetenti con la fascia tirata a lucido disquisire su quanto sia importante lavorare di questi tempi. D'accordo ma nessuno si chiede in fondo a che prezzo? Se si ha famiglia come si fa a stare coi figli che sono giustamente a casa da scuola? Lavorare 360 giorni su 365 e salutare col sorriso anche il Presidente della regione che non aspettava altro giorno per dedicarsi allo shopping. Fra tutto questo marasma di figuri abbastanza, visto come si sono evolute le cose, le leggi coi ricorsi, inutili, qualcuno mi sa dire a che servono quei tre sindacati lí?
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