Ci sono persone che apprezzi davvero solo quando muoiono e non possono più far valere le proprie ragioni. Sono quelle persone cui tutti per un motivo o per l'altro dobbiamo qualcosa. Qualcosa che può essere un semplice grazie, forse mai veramente detto, come nel nostro peggior costume. Forse perché in vita hanno fatto qualcosa che avremmo voluto fare noi ma ci ha fatto più comodo lasciar fare agli altri. Giusto ieri é tornato nel suo Abruzzo Marco Pannella, leader non solo Radicale ma di una intera generazione credo. Il mio scrivere credo é solo perché io ho 42 anni e i periodi delle sue battaglie, sue e del suo partito le ho vissuto di riflesso perché troppo giovane. Il fatto di avere avuto due genitori attenti ai fatti del mondo però mi ha fatto stare "al passo coi tempi" sempre. Facile quindi incuriosirmi, come primo passo, al Partito Radicale che fino a quel momento per me era solo una rosa in un pugno ed un signore che parlava sempre molto concitatamente, spesso portando avanti una protesta clamorosa: sciopero della fame, della sete o perfino incatenarsi. Ecco, lo vedevo così, esagerato. La tv me lo passava come caricatura, con le baguette in tasca, ma credo fosse frutto della satira dei tempi, per certi versi giusto e apprezzato così, anche dai bersagli stessi della satira. Ecco, Pannella bersaglio credo lo sia sempre stato, a volte un pó troppo a torto, cosí, per partito preso. Da modesta persona ne ho apprezzato il modo di fare. Perché restare miti quando tutto attorno a te ti dice che devi spaccare il mondo? E al momento del primo voto ai diciotto anni ho votato radicale. Mi piaceva il modo in cui ha teso la mano ad Enzo Tortora per farlo uscire dal fango che gli avevano rovesciato addosso. Mi piaceva lo sguardo da leone. E crescendo, pur cambiando qualche volta idea o voto, ho capito il perchė delle sue battaglie. Del divorzio quando ancora cambiar partner era reato, dell'aborto per dare la possibilità a tutte le donne di scegliere se sentirsi madri o meno. In età avanzata le battaglie per i diritti dei carcerati e la cannabis legalizzata. Ci ha creduto sempre, anche quando colleghi di partito non hanno più condiviso in pieno le sue idee. Anche quando la nuova politica lo ha lasciato sulla porta per ascoltare il credo di un vecchio comico. E alla fine, molto vicino al cielo ha deciso di andarsene, probabilmente a continuare nuove battaglie. Ha scelto la sua piazza, Navona, per un funerale laico. E poco importa se l'ipocrisia ha provato a metterci lo zampino. Erano di più quelle persone che lo hanno seguito fino all'ultimo. Ciao Marco e grazie.
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