L'articolo é preso dal Corriere della Sera di oggi, lunedì 20/06/2016. Giorno post ballottaggi, giorno post disastro elettorale. Il Day after della sinistra, la fine vien da dire di un lungo calvario. In questa tornata elettorale si é avuta la misura di quanto la Sinistra, i rimasugli di quel Pci orfano, orfanissimo, di un Berlinguer alla segreteria sia rimasta alle campagne elettorali anni '80. Dopo i ballottaggi Renzi, il non eletto, perde città grandi come Torino e Roma, e medie come Trieste. Dopo i già precari anni di amministrazioni comunali quantomeno discutibili, adesso siamo rimasti ad osservare la Destra trionfare o il M5s andareval governo nella Capitale o nell'industriale Torino. Che colpe ha la Segreteria? La colpa di non aver affondato il colpo quando la Destra, Fini e Forza Italia hanno avuto un periodo di stop, per motivi vari e diversi fra loro. In contemporanea all'ombra del Pd si passava dalla guida criticatissima e perdente di Bersani, comunque "animale politico" di peso, scalfito da mille battaglie a quella "social" del Sindaco. "Social"e altrettanto perdente se non confusionaria e priva di un senso logico. Almeno per chi, come posso essere io, vota da più di ventanni e una sua idea se l'é fatta. Renzi ha portato la Sinistra a lotte intestine e compravendite elettorali (il caso Verdini mi pare una buona spia di quanto impreparato sia il Premier in questi anni di ingiusto governo), perdendo di vista l'elettorato, la sua voce. Si é rinchiuso su tweet e post ma chi va a votare ha età e personalità che vanno oltre la tecnologia. Oggi ci ritroviamo, quà e là per lo Stivale, con sindaci di Destra o trentenni pentastellate che hanno fatto presa sull'elettore con la forza dell'età, della pulizia e del coraggio. Ci ritroviamo un Mastella primo cittadino, a Benevento, e Milano come città di sinistra. Milano che é andata a mister Expo, Sala, ma forse più perché il rivale ha mollato la presa che per autentica convinzione degli elettori. Stamani Parisi sembrava stanco ma rilassato nonostante la sconfitta. Noi restiamo con Renzi alla segreteria, fiero della sconfitta in nome della presunta onestà di partito, attivo come sempre sulle piattaforme social. Forse il Premier dimentica che per una sconfitta sconfitta simile Bersani fu rimosso dalla Direzione (ah, la Direzione, grande assente di questa tornata elettorale, se non colpevole di buona parte del flop) in un batter d'occhio. Il nostro Premier non vuole dimettersi, fiero e spero incosciente; Matteo, ripensaci per favore.
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