La sera della Partita é arrivata. Come da tradizione nei tornei Uefa e Fifa, ormai Italia-Germania ha da sempre una suo precisa collocazione nello spazio e nel tempo. Stasera sarà Bordeaux e diverrà Bordeaux 03/07/2016 per il resto dei giorni, aldilà del risultato. Ad eliminazione diretta la Storia dice che gli azzurri hanno sempre ragione dei teutonici. I dati sono chiari e quattro volte su quattro il turno lo superiamo noi, anzi Noi. Per me, generazione anni '70 e che ho mancato di poco La Partita del Secolo, questo é l'Incontro con la maiuscola. É uno scontro di culture, di modi di fare, vivere e pensare. Vien da dire da sempre. Dai tempi delle Guerre Mondiali alle crisi economiche odierne. Noi italiani siamo emigrati in Germania per necessità, per lavoro e con i tedeschi c'è da sempre quella sorta di rivalità che sfocia in sfottò reciproco senza mai arrivare alla violenza fisica. Nel duello Italia-Germania c'è la stampa, quasi sempre teutonica, che mette in campo quasi sempre la pizza, la mafia e gli spaghetti. Noi, giocando sempre durante i periodi di ferie, aspettiamo al varco e rispondiamo. Il terreno dello sfottò è tutto quello che è bagnato dal mare. Il mare, quello nostro, è la loro meta preferita da sempre. Essendo, come detto, nato nel 1974 ho mancato di poco la gara dell'Azteca, Città del Messico. Il 17/06/1970 si è disputato la gara più "cinematografica"di sempre. Cinematografica nel vero senso del termine perché è anche il titolo di un bel film italiano. Italia e Germania ad un passo dalla finale, che danno vita ad una gara eterna, condotta dagli azzurri fino all'ottantanovesimo. I gol? Boninsegna e Schnelliger, che involontariamente col suo pareggio ha dato il via alla Partita che tutti ricordano. Ah, il tedesco Schnellinger ha giocato e vissuto a lungo in Italia. Nei supplementari alla doppietta di Müller hanno risposto Burgnich, Riva e Rivera fissando il risultato nello storico 4-3 per gli azzurri. Per la Storia il Mondiale si ferma qui, purtroppo per noi i supplementari e il caldo hanno lasciato il segno e col Brasile perdiamo 4-1, lasciando definitivamente la Coppa Rimet ai giallooro e lanciando nel mito Pelé, al terzo trionfo personale. La rivincita? Mondiali di Spagna 1982 e questa volta ci giochiamo la finale. Ci arriviamo dopo un avvio difficile e una seconda fase strepitosa dove abbiamo sconfitto senza se e senza ma, Brasile ed Argentina. I tedeschi come spesso accaduto, e accadrà, arrivano alla finale coi favori del pronostico. Io mi ricordo "l'ignoranza calcistica" dei miei 8 anni, le gare in estate dopo la scuola e la mia mamma che cuce a me e mio fratello un enorme tricolore, perché più si va avanti nel torneo e più ci si convince che ce la possiamo fare. É il periodo dei primi abboccamenti con la Gazzetta e dei primi sfottò con i turisti tedeschi. Abitando in una località turistica erano prassi "mundial"pure quelli. Al Santiago Bernabeu ci andiamo spinti dalle pipe di Bearzot e Pertini. Il primo il nostro ct, il secondo il Presidente della Repubblica e qui, tifosissimo degli azzurri (nella storia il durante e il dopo il trionfo). La mia serata inizia male con Cabrini che sbaglia il rigore del possibile vantaggio. Ricordo che fuori casa non sentivo voci o rumori. La gara però cambia e la maggior classe e la maggior unione degli azzurri hanno il sopravvento. Rossi, Pablito, ci porta avanti, Tardelli ci fa esplodere con il suo Urlo immortale. Chiude Altobelli che esulta quasi in trance. Il gol bandiera é del barbuto Breitner, barba lunga e pensieri rivoluzionari per il calcio. 3-1 e Coppa del Mondo sollevata da Zoff in un'immagine che Guttuso regalerà all'immortalità. Io ci metto la sera in strada col bandierone fatto da mamma, i caroselli di auto che mi sembrava essere in un altro mondo. Ricordo che spuntavano, tutto già previsto, bare con la bandiera tedesca e le epigrafi per la Germania sconfitta. Goliardia e sportività annegate, per un motivo o per l'altro, nella birra. Dal 1982 nei grandi tornei ci siamo incontrati due volte nei gironi degli Europei, 1-1 nel 1998 della bella Italia di Vicini e 0-0 nel 1996 per l'Italia del visionario Sacchi, e due volte, Mondiali ed Europei, nelle gare ad eliminazione diretta (semifinale entrambe le volte). Ai Mondiali tedeschi del 2006 padroni di casa favoriti e stadio di Dortmund che diventa una bolgia teutonica. 04/07/2006, dieci anni fa. Sono grande ormai e dopo il lavoro mi godo compagna e figlia. Non ci sono bandiere o trombette. La bimba è stata dimessa il giorno prima dalla neonatologia (prematura) e quindi io e la compagna ci guardiamo la gara con lei che dorme e il suono del tira latte in sottofondo. La gara è combattuta e si va ai supplementari. Di nuovo. Noi ci arriviamo dopo un Mondiale in crescendo, quasi schiacciati dallo scandalo di Calciopoli. In realtà fu per noi una spinta verso l'alto. Ci pensano Grosso (da mostrare nelle scuole calcio il passaggio "no look" di Pirlo) e Del Piero a regalare agli italiani di Germania ancora una notte da sogno. 2-0 e andiamo a Berlino dove ci conquistiamo la quarta Coppa del Mondo, e au revoir France. Io non ho potuto fare altro che mettere finalmente a nanna mia figlia, finalmente nel letto di casa. Siamo 3-0 per noi e per un'altra sfida da dentro p fuori tocca aspettare altri Europei, sei anni dopo. Varsavia, Polonia, 28/06/2012. Di nuovo semifinale. É l'Italia di Prandelli e Balotelli. Una Italia nuova come la mia vita. Europei davanti alla tv con la mia nuova compagna e nostro figlio di due anni. Il cammino all'Europeo é un crescendo e la semifinale non lascia scampo agli uomini di Löw. Balotelli é incontenibile e la filosofia di Prandelli funziona come un orologio. La semifinale, come poi la finale la guardo in solitudine; lavorare e crescere un bambino sfianca ed é giusto che la mia compagnia si riposi. Festeggio la doppietta di Supermario Balotelli, accorcerà su rigore Özil, ascoltando in lontananza Udine che festeggia l'accesso alla finale (finirà 4-0 per la Spagna ma comunque un grande traguardo visti i presupposti iniziali) e ripensando a trent'anni prima che a fatica reggevo la bandiera cucita dalla mamma.
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