Accumoli ed Amatrice

È successo ancora una volta. Accade spesso ormai. Capita sempre quando è notte, che siamo tutti più vulnerabili. Capita quando stai sognando magari che la tua vita migliori. Succede con un gran rumore che scuote la terra fin dentro la tua anima e poi lascia solo il silenzio. Il dopo è una scena che ci è diventata sfortunatamente famigliare. Macerie, urla di sirene, servizi televisivi e raccolta di materiale e fondi. Ieri l'altro era L'Aquila, ieri l'Emilia Romagna oggi Amatrice ed Accumoli. Stesse scene, medesimo dolore. Grandissimi dignità e coraggio. E poi grandissima rabbia per "gli scoop in esclusiva" quando un ferito viene estratto dalla macerie vivo, i servizi e gli speciali in tv. E mi fa più rabbia di tutto il servilismo fuori luogo di certa stampa, un Vespa qualunque per dirne uno a caso. Uno che in una diretta speciale elogia il futuro prossimo di prosperità economica per le regioni colpite dal sisma. In un momento di dolore così intenso io che sono l' uomo comune non voglio sentire da un servo del potere di turno che nonostante morti, orfani, devastazione, tutto ciò è un bene per l'economia nazionale. Voglio sentire che siamo pronti a rimboccarci le maniche e che tutto tornerà quasi come prima. E che nessuno, nessuno, possa anche solo pensare di speculare su questo disastro.

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