Estate 2016...dal sapore amaro

Che la mia estate, 2016, fosse destinata a finire male lo dovevo intuire nel momento in cui sono andato in ferie a giugno. Uno stacco di una settimana a fine mese, per respirare e godere un pò della 13^, invece da subito il giro del fumo attorno a me ha preso una piega storta che più storta non poteva. Da solo, senza la compagna alle prese con i saldi in azienda, a badare al piccolo di casa e i ferrei orari dell'Inps da rispettare. E poi? Poi i litigi per la sua voglia di uscire e divertirsi senza me e il suo voler star sola. A fatica, a strappi si è andati avanti pensando di superare tutto dopo i canonici due giorni di muso lungo e divano, per me. Poi ci si è messa la salute sotto forma di "dito a scatto", esami, risonanze sfruttando la 13^ e il tutore alla mano in attesa di intervento. Poco movimento, tanta casa, l'insopportazione per lo stop forzato, per lo stare vicino h24 al piccolo che ha i suoi ritmi e non posso fargliene una colpa ma con abile una mano sola vorrei vedere voi...insomma ciao ferie, ciao lavoro e inizio malattia. E a casa ancora litigi. Nuove uscite e facebook, una presenza sempre più marcata, la sua, sui social. E sms che si cancellano, direct che spariscono e dubbi che si insinuano. In me, ovvio. E fra una ricomposizione e l'altra si va in ferie. Una settimana a Bibione in tre. Ci andiamo, dopo comunicazione all'Inps naturalmente, convinti che tutto sia alle spalle ormai. E fra giornate sulla sabbia, cene take away e sesso di buon mattino ci convinciamo che tutto sia alle spalle e lasciamo scorrere il periodo di ferie e rientriamo a casa. E tutto cambia un'altra volta in peggio. Io ancora malattia, lei al lavoro e sotto stress. Ci sta essere stanchi ma a casa inizia a non andar bene nulla. Si litiga per tutto, l'importante è darmi contro, e non importa se volano insulti ai quali non rispondo. Lei fa quello che fanno tutte le donne nei litigi più accesi: estrae dall'archivio problemi che tu avevi scordato, che pensavi risolti. No, ogni volta si fa un passi avanti assieme e due indietro. Passo le notti in bianco a guardarla, ancora a desiderarla ma ti accorgi che sono due mesi che le guardi solo la schiena. Mai un sorriso e capisci, ascoltando i suoni della notte, che la fine è quasi vicina. Forse è arrivata. Nessuno dei due ha il coraggio di dirlo apertamente ma senti che è così. Altrimenti sarebbe ogni singolo gesto molto diverso. Peccato che finisca così male. Di buono c'è che si ricomincia a lavorare.

Commenti