Manca ancora un solo giorno. Uno solo poi un "luminare" mi sistemerà la mano e in venti giorni il mio dito a scatto non scatterà più e alle 9.00 del 22/8 timbrerò nuovamente il badge al lavoro. Due mesi a casa, in estate, sono quasi una condanna leggera. Senza contare l'inps, i protocolli da inviare al datore di lavoro (a proposito come può essere che col tuo medico curante ti relazioni solo via cell/sms e il certificato lo puoi recuperare in rete? Il mio medico non é come il dott. Guido Tersilli...), prolungare sempre di dieci giorni, due settimane e sperare che nessuno al lavoro faccia storie. E mentre il caldo avanza e tu non puoi uscire di casa, fortuna avere il giardino, la famiglia se ne va in ferie senza te. La mano fa male, va e non va e tu vorresti spaccare il mondo. Arriva la quattordicesima e tu non trovi di meglio che spenderla fra risonanza magnetica, ecografia e tre dico tre visite specialistiche. E mentre l'umore peggiora, la vita sentimentale se ne va in vacca. I soldi finiscono e sul più bello il "luminare" prende e va. Dove? Ma in ferie, of course. E tu ripeti la litania. Dottore, inps, datore. E mentre tutti ti dicono, col miglior sorriso in volto, "però che fortuna, almeno ti godi tuo figlio...", tu vorresti reincarnarti in Alex De Large e armarti di mazza. Provate anche voi, poi ne parliamo. Un'estate difficile, brutta, noiosa. Odi perfino internet, i social e tutto quello che é in rete. Ora però son quasi alla fine, e vada come vada dal 22
di questo brutto agosto tornerò al mio solito lavoro. Con una mano nuova, qualche dolore in meno o forse con qualche novità in famiglia.
Commenti
Posta un commento