Adesso che il Mondiale di calcio, Putin 2018, entra nel vivo, salutano le big sulla carta destinate ad arrivare alla finale del 15 luglio, con piccola soddisfazione per i nostri azzurri, sempre più spiaggiati e social.
Salutano già ai gironi i campioni in carica dellla Germania, e il Bundesteam rischia di travolgere anche Frau Merkel, già debole e sola sul versante bavarese del suo paese.
E salutano i due dei designati a risplendere su tutte le Russe: Cr7 e Messi.
Saluta l'argentino vittima di sé stesso, di una squadra a fine corsa presentata come un'accozzaglia di solitudini calcistiche guidata dalla panchina dal più impresentabile degli allenatori, e dell'ingombrante ed eterno confronto col Pibe de Oro, sicuramente invitato speciale di Putin da San Pietroburgo, le cui esternazioni imbarazzano molto, e di più, il buon Lei e l'Albiceleste.
E in tutta onestà anche chi guarda e lo seguiva nei suoi anni migliori.
Ora vederli esagerare nelle esultanze e negli insulti, nei gesti e nei post social è urticante, irritante come mai.
Tutto questo can cane non ha giovato alla spedizione e i colpi della giovane, giovanissima Francia sono colpi che fanno tanto male.
Per un Messi che saluta, un Ronaldo, Cr7, che lo segue a ruota nello stesso giorno.
Ma qui è diverso.
Puoi essere forte come calciatore, puoi essere Il calciatore ma Uno non fa una squadra, non vince trofei, solo qualche gara, qualche passaggio di turno, non la coppa più bella. Puoi mostrare al mondo le cosce muscolose ma il mondo tutto si è accorto che uno solo non basta !
Felipe Baloy e Panama e Schmeichel, Peter e Kasper, padre e figlio. Maradona, 35 anni di felicità, una storia alla fine.
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