In tutti gli sport i record sono fatti per essere battuti, è la base di ogni competizione.
Nel calcio, sport più diffuso e praticato, i record infranti, positivi e negativi, rimbalzano sui social, sulla carta stampata. Hanno una eco enorme, proiettando l'atleta in una sorta di Olimpo.
E voi record ci sono aneddoti, statistiche, numeri che descrivono, anche loro, l'impresa del calciatore.
Ma quali sono i calciatori?
Quale calciatore colpisce di più?
Il calciatore del 2000, forte, ricco, anche bello, corteggiato dai media oltre che dai tifosi?
Il calciatore alla Cristiano Ronaldo, icona pop mondiale, divenuto oltre che campione sul campo da gioco, un marchio, CR7, immediatamente riconoscibile nel mondo e sui social?
Cristiano Ronaldo come Messi d'altronde, industrie per volume d'affari creato dalla loro immagine più che semplici campioni, forti e vincenti, capaci di muovere masse che ripagano le società proprietarie del cartellino degli investimenti fatti, popoli come l'argentino Messi ormai legato a doppio filo a Barcellona e alla Catalogna.
Indubbiamente sono entrambi calciatori che colpiscono, che rimarranno nella storia del football per carriera, palmarès e carisma, ma è questo lo stereotipo del calciatore che piace?
O piace il bello e dannato, e vincente, alla George Best per essere chiari; quel tipo di calciatore capace di dribblare anche i raccattapalle, i fotografi a bordo campo e, calzettoni abbassati sulle caviglie, gonfiare la porta avversaria, sobrio o meno che fosse, che questo era il vero punto di forza del nordilandese, il "quinto Beatles"? Un amore viscerale per alcol e belle donne, che quando sei ricco e bello e vivi nell'Inghilterra operaia degli anni '60, sponda Manchester ma United, sono il trampolino di lancio per l'immortalità. Nel bene e nel male.
Piace forse il giocatore duro, che da battaglia a tutto campo, ma onesto, generoso, che non ama le sceneggiate e che esce dal campo con le ginocchia sanguinanti? Noi italiani lo abbiamo incontrato negli anni '60/'70 con il baffo severo di Romeo Benetti, poi evoluto negli anni '80 nella corsa zoppicante di Salvatore Bagni per iniziare il nuovo secolo nei piedi e nel cuore di Rino Gattuso, sicuramente il piu vincente dei tre.
Sono tanti i modelli di calciatori che per un motivo o per l'altro hanno colpito l'occhio e il cuore del tifoso; chiaro che più è giovane il tifoso più sarà un ballottaggio fra CR7 e Messi. Chi ha qualche anno in più ha un ventaglio di calciatori fra cui scegliere la risposta. E si apre una rosa di calciatori sbiaditi dal tempo, sconosciuti ai tifosi del calcio di oggi. Calciatori che a modo loro hanno scritto pagine di questo sport; nei quattro angoli del mondo.
Può piacere oggi Stanley Matthews? Sir dell'impero Britannico, ritiratosi a 50 anni, centrocampista immortale, senza peli sulla lingua?
Le stesse peculiarità del giapponese, contemporaneo, Misura ancora in rete a 52 anni.
O può piacere Garrincha? Brasiliano che sulla fascia destra era un treno, un po'sbilenco, con una gamba più corta dell'altra, innamorato del pallone ma anche dell'alcol e delle donne. Arrampicandosi però coi suoi numeri sulla cima del mondo.
Sicuramente la domanda farà pensare, non fosse altro perché la risposta richiederebbe una eventuale ricerca on line.
È una domanda, che calciatore ti piace?, che copre più di un secolo.
Piacciono, senza ombra di dubbio, le bandiere a maggior ragione se rimangono tutta la carriera nella squadra del cuore, vincendo poco, pochissimo, ma identificando la stessa società con i loro nomi e viceversa. Basta pensare agli italiani Bruno Conti, Totti e De Rossi rimasti a Roma e alla Roma a dispetto di campionati mondiali vinti e offerte galattiche rimandate al mittente. De Rossi, è una parentesi a parte perché per inseguire ancora il suo sogno e vivere la passione del futebol ha sorvolato l'Atlantico, vestendo il gialloblù degli argentini del Boca Juniors. Diventandone subito un idolo.
E può piacere il portiere che ha dato un tocco avveniristico al ruolo in un mondo diviso in due blocchi, osservando lo stesso mondo dalla parte più chiusa, inaccessibile e severa? Si chiamava Lev Jascin, per tutta la carriera ha legato il suo nome alla Dinamo Mosca e alla Russia.
Sicuramente piace anche se le masse spesso tendono a nasconderlo perché ingombrante, scomodo, il calciatore che mette in gioco se stesso rendendo pubbliche le sue idee politiche e di vita. L'italiano Sollier, il basco Oleguer, il tedesco Breitner. Politica e calcio in epoche diverse, con problematiche diverse, ma sempre coerenti con se stessi.
Possono piacere?
C'è poi chi nasce campione, lo conferma sul campo ma il suo stesso stato lo blocca, lo rifiuta ed espatriando, seguendo l'illusione americana, diventa idolo e poi esempio come il sudafricano, attaccante, Jomo Ono, che ha pagato il regime di apartheid del Sudafrica a guida bianca.
Il calcio regala ritratti, storie particolari che rimangono nella sua storia anche se a volte è la stessa storia a nasconderli.
Può piacere oggi un calciatore mite ma forte, di fantasia come "Cartavelina" Sindelar? Austria pre-Anschluss, calcio danubiano, estro e potenza, delicato come un valzer.
Sono tanti, tantissimi i calciatori che nel calcio hanno un loro spazio, indelebile, che la palla calciata lontana ha solo nascosto.
E a te che leggi, che calciatore piace?
Nel calcio, sport più diffuso e praticato, i record infranti, positivi e negativi, rimbalzano sui social, sulla carta stampata. Hanno una eco enorme, proiettando l'atleta in una sorta di Olimpo.
E voi record ci sono aneddoti, statistiche, numeri che descrivono, anche loro, l'impresa del calciatore.
Ma quali sono i calciatori?
Quale calciatore colpisce di più?
Il calciatore del 2000, forte, ricco, anche bello, corteggiato dai media oltre che dai tifosi?
Il calciatore alla Cristiano Ronaldo, icona pop mondiale, divenuto oltre che campione sul campo da gioco, un marchio, CR7, immediatamente riconoscibile nel mondo e sui social?
Cristiano Ronaldo come Messi d'altronde, industrie per volume d'affari creato dalla loro immagine più che semplici campioni, forti e vincenti, capaci di muovere masse che ripagano le società proprietarie del cartellino degli investimenti fatti, popoli come l'argentino Messi ormai legato a doppio filo a Barcellona e alla Catalogna.
Indubbiamente sono entrambi calciatori che colpiscono, che rimarranno nella storia del football per carriera, palmarès e carisma, ma è questo lo stereotipo del calciatore che piace?
O piace il bello e dannato, e vincente, alla George Best per essere chiari; quel tipo di calciatore capace di dribblare anche i raccattapalle, i fotografi a bordo campo e, calzettoni abbassati sulle caviglie, gonfiare la porta avversaria, sobrio o meno che fosse, che questo era il vero punto di forza del nordilandese, il "quinto Beatles"? Un amore viscerale per alcol e belle donne, che quando sei ricco e bello e vivi nell'Inghilterra operaia degli anni '60, sponda Manchester ma United, sono il trampolino di lancio per l'immortalità. Nel bene e nel male.
Piace forse il giocatore duro, che da battaglia a tutto campo, ma onesto, generoso, che non ama le sceneggiate e che esce dal campo con le ginocchia sanguinanti? Noi italiani lo abbiamo incontrato negli anni '60/'70 con il baffo severo di Romeo Benetti, poi evoluto negli anni '80 nella corsa zoppicante di Salvatore Bagni per iniziare il nuovo secolo nei piedi e nel cuore di Rino Gattuso, sicuramente il piu vincente dei tre.
Sono tanti i modelli di calciatori che per un motivo o per l'altro hanno colpito l'occhio e il cuore del tifoso; chiaro che più è giovane il tifoso più sarà un ballottaggio fra CR7 e Messi. Chi ha qualche anno in più ha un ventaglio di calciatori fra cui scegliere la risposta. E si apre una rosa di calciatori sbiaditi dal tempo, sconosciuti ai tifosi del calcio di oggi. Calciatori che a modo loro hanno scritto pagine di questo sport; nei quattro angoli del mondo.
Può piacere oggi Stanley Matthews? Sir dell'impero Britannico, ritiratosi a 50 anni, centrocampista immortale, senza peli sulla lingua?
Le stesse peculiarità del giapponese, contemporaneo, Misura ancora in rete a 52 anni.
O può piacere Garrincha? Brasiliano che sulla fascia destra era un treno, un po'sbilenco, con una gamba più corta dell'altra, innamorato del pallone ma anche dell'alcol e delle donne. Arrampicandosi però coi suoi numeri sulla cima del mondo.
Sicuramente la domanda farà pensare, non fosse altro perché la risposta richiederebbe una eventuale ricerca on line.
È una domanda, che calciatore ti piace?, che copre più di un secolo.
Piacciono, senza ombra di dubbio, le bandiere a maggior ragione se rimangono tutta la carriera nella squadra del cuore, vincendo poco, pochissimo, ma identificando la stessa società con i loro nomi e viceversa. Basta pensare agli italiani Bruno Conti, Totti e De Rossi rimasti a Roma e alla Roma a dispetto di campionati mondiali vinti e offerte galattiche rimandate al mittente. De Rossi, è una parentesi a parte perché per inseguire ancora il suo sogno e vivere la passione del futebol ha sorvolato l'Atlantico, vestendo il gialloblù degli argentini del Boca Juniors. Diventandone subito un idolo.
E può piacere il portiere che ha dato un tocco avveniristico al ruolo in un mondo diviso in due blocchi, osservando lo stesso mondo dalla parte più chiusa, inaccessibile e severa? Si chiamava Lev Jascin, per tutta la carriera ha legato il suo nome alla Dinamo Mosca e alla Russia.
Sicuramente piace anche se le masse spesso tendono a nasconderlo perché ingombrante, scomodo, il calciatore che mette in gioco se stesso rendendo pubbliche le sue idee politiche e di vita. L'italiano Sollier, il basco Oleguer, il tedesco Breitner. Politica e calcio in epoche diverse, con problematiche diverse, ma sempre coerenti con se stessi.
Possono piacere?
C'è poi chi nasce campione, lo conferma sul campo ma il suo stesso stato lo blocca, lo rifiuta ed espatriando, seguendo l'illusione americana, diventa idolo e poi esempio come il sudafricano, attaccante, Jomo Ono, che ha pagato il regime di apartheid del Sudafrica a guida bianca.
Il calcio regala ritratti, storie particolari che rimangono nella sua storia anche se a volte è la stessa storia a nasconderli.
Può piacere oggi un calciatore mite ma forte, di fantasia come "Cartavelina" Sindelar? Austria pre-Anschluss, calcio danubiano, estro e potenza, delicato come un valzer.
Sono tanti, tantissimi i calciatori che nel calcio hanno un loro spazio, indelebile, che la palla calciata lontana ha solo nascosto.
E a te che leggi, che calciatore piace?
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