Il 15,6%

Il Rapporto sull'Italia 2020 dell'Eurispes non lascia molto spazio alla comprensione, è semplicemente incomprensibile.
È raggelante leggere su carta, su display, ovunque, che ben il 15,6% dei ieri connazionali, italiani, europei anche, non credono alla Shoah, alla sua cruda realtà fatta di resti e numeri.
C'è, secondo il Rapporto sull'Italia 2020, una parte di gente comune, che vive e lavora vicino a noi, che pensa che le Leggi Razziali, la Notte dei Cristalli, le deportazioni (citate a caso fra mille episodi criminali) siano frutto di propaganda.
Che non siano vere!
Che non siano vere? 
Fa male solo a pensare a come scrivere la frase; che sei milioni di ebrei, oltre a criminali comuni, soldati, diversamente abili, minoranze etniche, siano stati annientati, eliminati anche nel ricordo ultimo della sepoltura.
Il 15,6%, un'enormità.
Un'enormità che nei social più diffusi ha trovato più di un terreno fertile dove attecchire con le radici malate, ha trovato la propria casa.
Dapprima con paragoni sempre più continui su Ventennio Fascista e Governo in carica, non importa quale, poi un aumento vertiginoso di frasi antisemite, razziste, bestiali.
E questa casa virtuale ha dato spazio a tutti, perché appunto quel 15,6% raggruppa davvero tutti i ceti sociali e le professioni. È stata un'escalation in cui negli anni ci siamo trovati a leggere post di una violenza inaudita da chi lavora per lo Stato, magari indossando una divisa, da chi è rimasto deluso da questo o quel politico, da chi odia a prescindere il ricordo di chi ai campi di concentramento ha avuto la forza di resistere e tornare a casa.
Ecco, questo è il problema di fondo: l'insofferenza che sfocia nel razzismo e termina con il negazionismo, gettando nel calderone il rancore per le ondate migratorie.
È agghiacciante che i social non vogliano fermare questa propaganda dell'odio lasciando campo libero a post razzisti e insulti gratuiti come nel caso ultimo della senatrice Segre, vittima appunto degli insulti social di un vigile urbano.
Fa male scoprire che stiamo diventando un popolo che odia, che odia "il diverso", dachi e da cosa non è dato sapere. 
E fa male scoprire che una guerra, delle stragi, non sono servite a nulla se non a pensare che tutto sia stato inventato.
Assurdo solo a scriverlo, figuriamoci pensarlo e crederlo. 
Il mondo si questa ignoranza e su questa cattiveria ha costruito dittature e imperi; i nazisti, i sovietici, i turchi, i cambogiani, i sudamericani, tutte le dittature hanno sterminato gli avversari, quelli che reputavano tali essendo in realtà solo esseri umani e connazionali e nonostante le tracce di ciò siano visibili, tangibili addirittura la corrente negazionista torna, torna sempre. Con il rumore subdolo di un click perché adesso è più facile diffondere l'odio standosene a casa.
E con sgomento si scopre che ai social, a chi li amministra, fa più paura un seno in mostra che l'odio nudo e crudo.
E con lo stesso criterio si da idealmente carta bianca a chi si sente libero di infamare e insultare chi a suo dire è diverso.

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