La prevenzione ai tempi del Covid-19

Sono un commesso, impiegato in quello che la clientela etichetta come "negozio figo" e gli addetti al marketing invece come "negozio di tendenza".
Lavoro quindi a contatto diretto con la gente, che non sempre ha una valenza positiva.
Ci lavoro anche in questi giorni ovviamente, che sono di prevenzione e un po' di panico. Per ora le scuole sono chiuse, giusto così, e si cerca di mettere in atto quanta più prevenzione possibile contro questo virus che arriva da lontano ed ha pure un suo nome e cognome.
Prevenzione che prevede chiusure degli enti della P.A. e delle scuole.
Tutto giusto, giustissimo. 
Il resto sta nel buonsenso della gente comune, nell'uso corretto di una cosa vecchia come il mondo: l'educazione.
Educazione che altro non è che "mettere la mano davanti alla bocca" per un colpo di tosse o uno sternuto, lavarsi le mani una volta a casa o se si tocca qualsiasi cosa. Tutte cose per le quali potevano volare "scapaccioni materni".
L'educazione, la cosa più semplice e gratuita del mondo, è una componente della prevenzione sanitaria, Covid-19 o meno.
Invece anche dalla cassa di uno "dei negozi più fighi" capita di vedere che per tanti la prevenzione comprende semplicemente un vago "non andare", non importa se sia al lavoro o a scuola.
E una volta liberi dagli impegni quotidiani ci si può lasciare andare a tutti gli atteggiamenti sbagliati che vanno all'opposto della corretta prevenzione.
Quindi in parole spiccie la prevenzione ai tempi del Covid-19 funziona così:
prole lontana dalla scuola che diventa fonte di rischio e genitori della stessa prole, che non lavorano nella P.A. o per i Ministeri vari, al lavoro, a contatto con la gente che tossisce a fauci spalancate, starnutisce suo soldi con cui ti paga il disinfettante salvavita. Genitori che poi la sera rincasano portando con sé, quindi anche alla prole "salvaguardata" dalla scuola-lazzareto, microbi e batteri vari.
Mi pare coerente coi tempi assurdi che stiamo vivendo.
Mi fa paura vedere con quanta facilità, costretti a non recarsi al lavoro i dipendenti dei suddetti apparati, si infilino, si chiudano, dentro centri commerciali affollati e con il ricircolo dell'aria, a mano dei figli che "non vedevano l'ora" di fare shopping senza freno.
Tossendo. Sternutendo.
Liberamente, anche addosso al commesso che hanno davanti.
Qui si entra a due piedi sull'educazione, che da sempre latita ma che negli ultimi giorni ha toccato un assurdo preoccupante.
Tutti a prendere detergente per le mani, tutti a lavarsi veloci le mani. 
Ora, ma prima?
È un principio base della buona educazione, anche verso sé stessi.
Serviva un virus e un Governo a ricordarlo.

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