È più forte di noi italiani, probabilmente qualche gene nel nostro DNA ci fa essere insofferenti alle restrizioni, ai divieti anche quando questi sono a fin di bene.
Il nostro bene che in questo caso si chiama sopravvivenza. Nuda e cruda.
Adesso che siamo ancor di più in quarantena, che tante cose che riempivano prima il nostro quotidiano sono diventate improvvisamente complicate, lunghe da svolgere, ecco che quei famosi geni "dormienti" salgono in superficie e fanno uscire il peggio di noi.
Da questa settimana l'Italia è un pò più chiusa in casa e dentro il mondo sociale; il Governo ha chiuso anche quelle attività non essenziali che magari potevano essere chiuse prima o se non chiuse gestite meglio.
Si, perché a far uscire il gene rivoluzionario che abbiamo dentro di noi sono anche le restrizioni imposte e per alcuni aspetti mal gestite.
Non si attacca ora, in questo momento, il Governo sulle decisioni forti prese (che per altro prese subito in Cina hanno dato risultati soddisfacenti, con buona pace di chi da noi critica tutto a prescindere) ma si critica il modo, i mezzi usati, una certa precarietà nell'informare non solo i rappresentanti d popolo eletti in Parlamento, ma anche il resto della popolazione.
Giustissimo chiudere, o ridurne l'attività, di quelle fabbriche che potenzialmente mettevano non in sicurezza i propri dipendenti, e a cascata le loro famiglie, ma sarebbe stato giusto "aprire un tavolo" con tutte le parti in causa per pianificare lo stop e il rilancio perché come giustamente detto da più imprenditori "non basta girare la chiave per far ripartire una fabbrica chiusa".
Anche il paventato sciopero indetto dalle parti sociali, subito rientrato (allora se il Governo e i sindacati trovano il tempo subito per pianificare chiusure e non , lo stesso Governo perché non ha incontrato da subito la Confindustria?), non ha peccato per tempismo avendo l'odore della mossa premeditata e già scritta.
Noi che ascoltiamo da casa ancora non sappiamo se e quando potremo andare al lavoro, se e quando porteremo i figli a scuola.
Siamo dentro una quarantena che a volte porta a scoprire nuovamente il partner, il più delle volte con gli orari di lavoro è uno sconosciuto, le difficoltà scolastiche dei propri figli o dei genitori anziani. Noi possiamo solo preoccuparci per il prestito richiesto per l'apparecchio ortodontico comperato per i figli, per lauto nuova che l'altra dopo venti anni era meglio buttare. Situazioni finanziarie che il Governo non legifera mai come se fosse un investimento serio il mutuo casa. Ci sarà da soffre anche per questo dentro questa cassa integrazione che ci coinvolge in tanti.
Nel mentre continuiamo a navigare a vita dentro i comunicati che il Governo lancia alle agenzie di stampa, gli interventi fumosi alla Camera, non ultimo quello della Ministra per l'istruzione: ha detto cose già note certe ma nulla di più.
E mentre il Governo cambia con frequenza giornaliera il modulo per l'autocertificazone noi ci affacciamo ai balconi, ci riprendiamo i giardini, per urlare che ce la faremo, che tutto andrà bene.
Con sempre pronti i nostri geni italici che in questo caso fanno emergere l'ironia e l'autoironia tipicamente italiane.
Dicevo dei geni che però si ribellano.
Perché in casi come questo è quasi più facile trasgredire, rischiare multe, denunce e quasi arresto, pur di non rinunciare al footing, al running, ad andare trovare gli amici, portare a spasso il cane chilometri da casa.
Potevano sembrare, in qualsiasi altro momento, quelle lette e sentite scuse divertenti, figlie del nostro spirito leggero ma ora danno il quadro anche di quanto stupidamente egoista ed incosciente sia la gente.
Che per inciso non ha ancora capito quanto precario siam questo equilibrio odierno e quanto sarà difficile ricominciare dopo. Sarà difficilissimo. Non impossibile.
Ci sarà da discutere e rivedere molte cose da parte di questo Governo che si, sta gestendo una crisi senza precedenti, ma che pecca troppo di improvvisazione e di non certo "lascia stare, faccio tutto io".
Pure questo in fondo, ben presente nel nostro DNA.
Il nostro bene che in questo caso si chiama sopravvivenza. Nuda e cruda.
Adesso che siamo ancor di più in quarantena, che tante cose che riempivano prima il nostro quotidiano sono diventate improvvisamente complicate, lunghe da svolgere, ecco che quei famosi geni "dormienti" salgono in superficie e fanno uscire il peggio di noi.
Da questa settimana l'Italia è un pò più chiusa in casa e dentro il mondo sociale; il Governo ha chiuso anche quelle attività non essenziali che magari potevano essere chiuse prima o se non chiuse gestite meglio.
Si, perché a far uscire il gene rivoluzionario che abbiamo dentro di noi sono anche le restrizioni imposte e per alcuni aspetti mal gestite.
Non si attacca ora, in questo momento, il Governo sulle decisioni forti prese (che per altro prese subito in Cina hanno dato risultati soddisfacenti, con buona pace di chi da noi critica tutto a prescindere) ma si critica il modo, i mezzi usati, una certa precarietà nell'informare non solo i rappresentanti d popolo eletti in Parlamento, ma anche il resto della popolazione.
Giustissimo chiudere, o ridurne l'attività, di quelle fabbriche che potenzialmente mettevano non in sicurezza i propri dipendenti, e a cascata le loro famiglie, ma sarebbe stato giusto "aprire un tavolo" con tutte le parti in causa per pianificare lo stop e il rilancio perché come giustamente detto da più imprenditori "non basta girare la chiave per far ripartire una fabbrica chiusa".
Anche il paventato sciopero indetto dalle parti sociali, subito rientrato (allora se il Governo e i sindacati trovano il tempo subito per pianificare chiusure e non , lo stesso Governo perché non ha incontrato da subito la Confindustria?), non ha peccato per tempismo avendo l'odore della mossa premeditata e già scritta.
Noi che ascoltiamo da casa ancora non sappiamo se e quando potremo andare al lavoro, se e quando porteremo i figli a scuola.
Siamo dentro una quarantena che a volte porta a scoprire nuovamente il partner, il più delle volte con gli orari di lavoro è uno sconosciuto, le difficoltà scolastiche dei propri figli o dei genitori anziani. Noi possiamo solo preoccuparci per il prestito richiesto per l'apparecchio ortodontico comperato per i figli, per lauto nuova che l'altra dopo venti anni era meglio buttare. Situazioni finanziarie che il Governo non legifera mai come se fosse un investimento serio il mutuo casa. Ci sarà da soffre anche per questo dentro questa cassa integrazione che ci coinvolge in tanti.
Nel mentre continuiamo a navigare a vita dentro i comunicati che il Governo lancia alle agenzie di stampa, gli interventi fumosi alla Camera, non ultimo quello della Ministra per l'istruzione: ha detto cose già note certe ma nulla di più.
E mentre il Governo cambia con frequenza giornaliera il modulo per l'autocertificazone noi ci affacciamo ai balconi, ci riprendiamo i giardini, per urlare che ce la faremo, che tutto andrà bene.
Con sempre pronti i nostri geni italici che in questo caso fanno emergere l'ironia e l'autoironia tipicamente italiane.
Dicevo dei geni che però si ribellano.
Perché in casi come questo è quasi più facile trasgredire, rischiare multe, denunce e quasi arresto, pur di non rinunciare al footing, al running, ad andare trovare gli amici, portare a spasso il cane chilometri da casa.
Potevano sembrare, in qualsiasi altro momento, quelle lette e sentite scuse divertenti, figlie del nostro spirito leggero ma ora danno il quadro anche di quanto stupidamente egoista ed incosciente sia la gente.
Che per inciso non ha ancora capito quanto precario siam questo equilibrio odierno e quanto sarà difficile ricominciare dopo. Sarà difficilissimo. Non impossibile.
Ci sarà da discutere e rivedere molte cose da parte di questo Governo che si, sta gestendo una crisi senza precedenti, ma che pecca troppo di improvvisazione e di non certo "lascia stare, faccio tutto io".
Pure questo in fondo, ben presente nel nostro DNA.
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