Ci ho messo un giorno per elaborare tutto.
Un giorno in cui ho rivisto, più volte la stessa scena.
Di più, ho rivisto lo stesso manifesto triste di questa pandemia.
E tanto è bastato a far passare la voglia di vedere nei social i video dai balconi, dai balconi di questa Italia ferita e in quarantena.
Tanti flash mob, alcuni davvero belli, originali ma che da ieri non riesco proprio a guardare.
Il corteo notturno di mezzi militari che lasciavano il Cimitero Monumentale di Bergamo è un pugno alla bocca dello stomaco, un pugno che ti stende.
Dentro i camion le bare con le salme dei morti per il virus nella città orobica destinati ad altri forni crematori perché la città è in ginocchio.
È l'icona del momento, della difficoltà enorme che la Lombardia, Bergamo, Brescia, Lodi,la stessa Milano.
Si viaggia di notte per l'ultima volta, senza l'abbraccio dei propri cari.
E in ospedale, in tutti gli ospedali, si lotta, si chiede aiuto, si vive e si muore.
E quel corteo infinito e silenzioso ci ricorda quanto ancora ci sia da fare.
Ci insegna anche che siamo italiani e siamo un po'tutti bergamaschi.
Commenti
Posta un commento