La favola di Pinocchio

Ora che il mese di Aprile coi suoi DPCM, i decreti cari a Conte, le sue paure legate alla presunte indisciplina italiana legata a Pasqua e Pasquetta sta lasciando spazio al mese di Maggio, rimane la certezza, unica e sola che nulla per noi che di questa Italia siamo e stiamo alla base è cambiato. 
Nulla è cambiato se non la fiducia, già ai minimi termini dall'inizio del lockdown, verso il governo bis dell'avvocato Conte.
Il mese di Aprile assieme alle belle giornate di sole, santificate da chi ne ha avuto la possibilità con una quantità industriale di grigliate e giardino come forse mai prima, ha portato una ridda di decreti forse creati più dalla penna fantastica di Casalino che dalle forze politiche in campo.
Che per inciso ora, non si sa bene chi siano.
Sono state conferenze stampa "a reti unificate" gestite in solitudine da Conte che fin dall'inizio ha indossato la maschera di Pinocchio. 
Un Pinocchio che ha capito subito che nella preoccupazione generale creata dal Covid-19 noi che siamo e stiamo alla base saremmo stati sensibili ai temi legati alla Cassa integrazione, per tutti in deroga, del lavoro che dopo quindici giorni sarebbe potuto riprendere.
Pinocchio col vestito buono e la cravatta ha promesso, apparentemente da solo, senza consultare altre parti in causa, soldi e aiuti da subito in modo che nessuno famiglia avesse ricadute negative sulla già drammatica situazione economica.
Soldi che a mezza voce l'Inps aveva detto di non avere in cassaforte, come se prima quelli che c'erano fossero stati sperperati chissà dove, in chissà quali investimenti.
Gli ammortizzatori sociali sono termini che quando di urlano in tv o sui giornali hanno il loro carico di appeal e per chi è e sta alla base dell'Italia è la tazza di camomilla prima di dormire.
Per tutto il mese di Aprile Pinocchio ha promesso, ha dato colpa, forse a ragione all'Europa (ormai per tutti un mostro a tre teste che divora gli stati più deboli, con le sembianze affamate di Angela Merkel, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde), forse a vincoli con le banche, con l'altra entità astratta che vive sotto il nome di Abi, senza che nulla accadesse, lasciando che la base coltivasse la speranza che un giorno l'Inps bonificasse qualche moneta d'oro da piantare sotto l'albero.
E se Pinocchio ha sempre parlato col vestito buono, i somari nel paese dei balocchi siamo noi, base davvero sgangherata. Che abbiamo creduto a Conte, al gatto e la volpe che davanti all'Europa ha indossato il vestito da zerbino per poi rubare tutte le monete d'oro una volta rientrati nei confini della Penisola.
Mentre Aprile è scivolato via portando con sé una ventata di calda primavera e un olezzo di nuova miseria Pinocchio ha deciso con il gatto e la volpe che non si può riprendere la vita più o meno normale ma dovremmo inventarci un nostro personale stile di vita, bardati con maschere e guanti che altrimenti arrivano i due carabinieri che arrestano i truffaldini, troppo vicini e troppo lamentevoli.
Temo non ci sarà il giudice col volto familiare di un Vittorio de Sica a giudicarci.
Lentamente come lo sono stati i giorni di reclusione, Aprile scivola, scivola in Maggio come il "Decreto Aprile" e tutti gli aiuti del Paese dei Balocchi.
Con il Primo Maggio ormai imminente ci siamo accorti che abbiamo tutti delle grosse paia di orecchie di asino, ragliamo la rabbia verso Pinocchio che nel frattempo giura che il Pescecane nella cui pancia finiremo tutti, l'Inps, ha lavorato come mai negli ultimi cinque anni (e tu che stai alla base e ti senti Lucignolo ingabbiato nel corpo di asinello, pensi a tutti i disservizi del servizio pubblico e smadonni di fronte all'ennesima diretta TV), che andrà tutto bene, diventato slogan persino odioso negli ultimi giorni.
Pinocchio continua ad indossare l'abito buono.e la cravatta e da sotto la mascherina si allunga il naso incurante del Grillo Parlante e del Grillo in Movimento. 
Resta solo il mezzo Mangiafuoco a reggere il passo del Pinocchio nostrano.
È un Mangiafuoco bravo con la penna, uscito all'improvviso dalla TV, preso per mano dal Grillo in Movimento; appoggia Pinocchio, ne condivide le idee, le approva, forse le scrive.
E intanto aspettano che arrivi Maggio senza il Concertone, senza un Geppetto che dal Quirinale riporti Pinocchio in falegnameria.
E il popolo vestito  da asinello prima o poi taglierà cattivo contro Pinocchio, Mangiafuoco e il Pescecane.

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