Harold e Olga

Può una medaglia d'oro superare ideologie e divisioni sociali? 
Rappresentare qualcosa di apparentemente illogico, contrario al buonsenso e ai giochi politici?
A volte ci riesce, a volte succedono cose imprevedibili, che sfuggono ai piani politici.

Melbourne è agli antipodi del mondo, diametralmente opposta alla terra conosciuta.
Non fisicamente ma culturalmente.
Il 1956 è l'anno della tragedia della nave Andrea Doria e del disastro minerario di Marcinelle in Belgio, della notte degli Oscar presentata da Jerry Lewis, dell'uscita del romanzo "I peccati di Peyton Place" e del sogno del socialismo ungherese infranto.
Il 1956 ha il mondo stesso agli antipodi, all'inizio di una divisione in blocchi che più volte,  ufficialmente e no, porterà la Terra sull'orlo di un nuovo conflitto.
È anche l'anno della sedicesima edizione dei Giochi Olimpici, per la prima volta agli antipodi, a Melbourne appunto.

Gli Stati Uniti osservano da lontano gli sviluppi della politica europea dell'Unione Sovietica mentre organizzano i consueti Trials per decidere quali atleti parteciperanno ai Giochi Olimpici nelle varie discipline dell'atletica leggera.
Il principale serbatoio di scelta, prima e dopo i Giochi del '56, è quello universitario che sfornerà anche dopo un notevole numero di atleti olimpici ed olimpionici. 
Da Los Angeles, dall'Ucla university arriva il ventacinquenne Harold Connolly, iscritto alle gare di lancio col martello.

Mentre i carrarmati sovietici soffocano nel sangue la vicina Ungheria la ventiduenne Olga Fikotova si ritira dalla nazionale femminile di basket della nazionale cecoslovacca, dopo l'argento agli Europei del 1954.
L'Unione Sovietica ha vinto l'oro non senza soffrire.
Olga è nata a Praga e da Praga ha iniziato fin da piccola a praticare sport, una disciplina forse anomala per una bambina, nel ruolo di portiere di una squadra di pallamano. Disciplina che abbandonerà presto in favore del basket.
Dopo il ritiro Olga continua a praticare sport, come obbligo e consuetudine nei paesi appartenenti al blocco socialista.
Olga sorride, un sorriso largo e contagioso, in tutte le foto, e sistemata nella bacheca l'euro medaglia, si avvicina al lancio del disco, primo sport outdoor che pratica.

Come consuetudine dei paesi dell'Est Europa lo sport è più di una disciplina, è propaganda politica, un mezzo per dare visibilità al regime.
Fra le maglie strette della politica però a volte si nasconde qualcosa che sfugge allo stesso sistema e fa emergere le reali qualità dell'individuo; dal sistema viene formata una scuola di allenatori e atleti capaci negli anni di vincere.
Olga Fikotova trova nell'allenatore Otakar Jandera la persona che la avvicina alla nuova disciplina.

Harold Connoly nasce dopo un parto complicato a Somerville, Massachusetts, portando con sé il segno di quelle difficoltà.
Il parto lascia ad Harold una lezione al braccio sinistro, che per certi aspetti rappresenterà il suo punto debole.
Harold però non si abbatte e cresce con le spalle larghe e il carattere sempre un po'più forte. A scuola si iscrive dapprima a football americano e poi a lotta libera ma il braccio più corto lo costringerà a numerosi interventi chirurgici.

Harold sa che negli sport fisici non potrà fare molta strada a causa del braccio sinistro più corto del braccio destro ma non si abbatte. 
Lo sport abbraccia una quantità di discipline che possono vederlo protagonista; Harold però non ha il fisico del velocista, è robusto, il collo muscoloso e il torace ampio e muscoloso.
Gli allenatori dell'università gli propongono di provare con il lancio del martello.
Harold spiega quel che è ovvio, che il braccio sinistro può essere un problema.
Gli rispondono sorridendo, Harold ascolta.

Nel mondo diviso in due blocchi la politica invade campi non suoi, invade cercando di cambiarlo il mondo della cultura, dell'informazione e dello sport, con la rivalità agonistica che diventa aggressione fisica, pressione psicologica (a Melbourne la partita di pallanuoto fra Ungheria e Unione sovietica passerà alla storia come la partita del sangue nell'acqua; per la cronaca vinse l'Ungheria).

Olga Fikotova si qualifica al primo tentativo per i Giochi di Melbourne in quella che è la sua terza vita sportiva. La forza fisica delle braccia e la capacità di stacco affinate col basket aiutano Olga a calibrare la forza nel lanciare il disco. 
Che vola più lontano di tutti gli altri.

Harold accetta di iscriversi alle gare di lancio del martello; ha studiato la documentazione esposta dagli allenatori e ha accettato.
La mano più piccola paradossalmente rappresenta un vantaggio sia per l'impugnatura dell'attrezzo che per la rotazione dell'atleta in fase di lancio.

Sorride Harold ai Trials, sorride e stringe il martello con la mano grande e quella piccola, inizia la rotazioni, stacca e lancia.
Vince.
Si qualifica per Melbourne. Esulta Harold col fisico potente e le braccia al cielo.

In Australia i Giochi portano atleti assolutamente lontani fra loro a condividere spazi e tempo in condizioni altrimenti improbabili.
Alcuni atleti si conoscono fra loro per il loro trascorso sportivo, per aver condiviso pedane e piste nelle varie competizioni mondiali che la IAAF organizza. Altri sono sconosciuti ai più. Sono gli atleti di quei paesi fuori dalle rotte tradizionali della stampa e delle competizioni, quei paesi figli di dittature, miserie e blocchi politici.

Fra gli atleti, all'interno della realtà del villaggio olimpico, nascono amicizie che saranno destinate a condividere le stesse piste e le stesse pedane per anni, rivalità sane, ripulite dall'odioso contesto politico che aleggia nelle grandi manifestazioni sportive.

Harold Connolly ha il viso pulito dell'atleta americano, il sorriso gentile, il viso sempre ripulito dalla barba e i capelli rasati corti che lo fanno assomigliare più ad un marine che ad un atleta. 
Il fisico però descrive un atleta robusto, con le spalle e il petto ampio. Pochi notano il braccio sinistro più corto.
Harold neppure.

Olga Fikotova è abituata alle grandi manifestazioni, lei ha vissuto l'esperienza indoor degli europei di basket, Melbourne però è diversa.
Ha i capelli mossi, nero corvino, il sorriso largo, contagioso, la curiosità di vedere il mondo agli antipodi oltre i confini della Cortina di Ferro.
Spiccano le gambe flessuose, lunghe. 
Nella comitiva cecoslovacca è spesso in compagnia di Dana Ingrova, compagna del campione Emil Zatopek.

Melbourne è agli antipodi, costruita attorno alla baia di Port Philip come volesse abbracciarla. I Giochi Olimpici si svolgono nell'estate australe, quando per tutti gli atleti più forti è solitamente inverno. 
È la prima Olimpiade "sottosopra".

Harold ha portato quella piccola anomalia fisica al record del mondo, lanciando il martello oltre i 60 metri. 
Olga si è fatta forte della sua poliedricità sportiva per qualificarsi e poter sfidare in pedana la favorita russa Ponomaryova.
Vivono entrambi i giorni di attesa delle gare conoscendosi, conoscendo altri atleti, nel vento mite che soffia sul villaggio dalla baia.
Vivono un momento altrimenti irripetibili, senza le inibizioni che in un contesto normale non sarebbero possibili.

Harold saluta Olga, le sorride gentilmente, le stringe la mano. Olga nota i capelli corti e la stretta forte. 
Harold stringe la mano di Olga, altrettanto forte, le guarda i capelli neri come la notte, mossi.
Si sorridono entrambi, si parlano. Si danno appuntamento dopo gli allenamenti.
Olga ne parla con Dana. Sorridono entrambe divertite.

Sono innanzitutto atleti e l'obiettivo è fissato sulle pedane poste sul prato del Melbourne Cricket Ground; il 23 novembre tocca ad Olga.
L'avversaria è quella di sempre, per lei cecoslovacca l'avversaria è sovietica.
Olga deve battere la sovietica Ponomaryova, non solo per la medaglia d'oro.
La prova del lancio del disco inizia il mattino con i lanci di qualificazione. 
Harold dopo l'allenamento di ferma ad osservare le pedane, le discobole; saluta Olga, le parla in un tedesco striminzito e lei sorride.
Olga stringe forte il disco, trova l'equilibrio con il braccio libero e inizia a roteare le lunghe leve, fino allo stacco.
Ripete più volte l'azione, si qualifica per la finale pomeridiana.
Olga è pronta a sfidare le sovietiche, favorite.
Olga ha l'appoggio di Harold e dei pochi tifosi cecoslovacchi, quasi tutti rappresentanti della delegazione olimpica.
Al quinto lancio lo stacco è esplosivo, il braccio che stringe forte il disco è un cannone che lo lancia lontano, in una galassia che l'Unione Sovietica non può raggiungere.
Il disco cade a 53,7 metri, record olimpico.
Olga Fikotova vince l'oro, un oro nel mondo "sottosopra". Riceve l'abbraccio di Dana, dei compagni di nazionale e di Harold, che ha le spalle robuste e il torace ampio.
Il mondo nel 1956 a Melbourne sembrava leggero.

Il 24 novembre con le stesse modalità del lancio del disco, inizia la gara di Harold nel lancio del martello.
Qualificazioni al mattino e gara nel pomeriggio, l'atleta americano saluta la ragazza dal sorriso largo e contagioso, ormai chiaramente per Harold più di un'amica. Lei sorride, dice qualcosa in un tedesco strano, farcito di cadenze boeme.
Harold vince le qualifiche e il pomeriggio dovrà affrontare tre sovietici, ormai "nemico sportivo" anche suo.
Harold disputa la finale lanciando il martello sempre più lontano ad ogni lancio senza però riuscire a staccare i rivali.
Si arriva al quinto lancio, come Olga.
Harold stringe con entrambe le mani il martello, raddrizza la schiena e con un movimento solo inizia a roteare fin quasi ad essere parallelo alla pedana; è il momento in cui Harold produce la maggior quantità di forza, l'atleta lo sa e blocca improvvisamente la rotazione lasciando che il martello voli nel prato.
Vola lontano, lontano dai tre sovietici ormai alle sue spalle, vola a 63,19 metri poco oltre il martello di Krivonosov, caduto quasi venti centimetri prima.
Harold salta, urla, alza le braccia che non sono né differenti, né un deficit, sono forza, potenza, medaglia d'oro.
Abbraccia tutti l'americano, i compagni, stringe la mano ai rivali, corre. 
Stringe forte la ragazza coi capelli corvini e la maglia gialla a bordo pista.
È Olga, si baciano, sono medaglie d'oro.

L'Olimpiade come detto avrà il risvolto più drammatico nella sanguinosa gara di pallanuoto fra Urss e Ungheria e passerà alla storia, sportiva in questo caso, per essere l'ultima Olimpiade, chiusa al sesto posto, dello straordinario maratoneta cecoslovacco Emil Zatopek.

Harold ed Olga non possono prescindere a questo punto uno dall'altra e nel 1957 si sposano, a sorpresa a Praga, Cecoslovacchia, al di là della Cortina di Ferro.
Le nozze sono autorizzate dal presidente dell'epoca Zapotocky, forse tenendo all'oscuro l'Unione Sovietica.
I testimoni della coppia sono altre due medaglie d'oro olimpiche, Emil e Dana Zatopek, assieme ad una folla di più di trentamila persone.
Forse Zapotocky autorizzando le nozze non aveva considerato la vasta eco che queste avrebbero avuto nei paesi di entrambi i blocchi.
Olga e Harold si trasferiscono negli Usa, avranno due figli (un maschio giavellottista e una femmina nazionale di volley) e per molti anni saranno addittati, con l'input del regione socialista, dall'opinione pubblica cecoslovacca come traditori e dell'ideologia socialista.
Olga lancerà ancora il suo disco per altre quattro Olimpiadi, non vincendo più medaglie e ritirandosi a 41 anni dopo la tragica edizione di Monaco 1972.
Continuerà a lanciare anche Harold, conquistando titoli americano e record mondiale, altri cinque dopo Melbourne, partecipando senza però altre medaglie a tre Olimpiadi.

La coppia che con leggerezza si era conosciuta sulle pedane australiane del Melbourne Cricket Ground era a modo suo una coppia agli antipodi che ha saputo vedere oltre confini, ideologie e cortine, forse perché erano "sottosopra" in quel mondo del 1956.
Hanno messo il sentimento davanti ai diktat di stato e formato una famiglia, non allontanandisi mai dallo sport, neanche dopo il ritiro.
Olga si è dedicata all'insegnamento di e alla formazione come allenatrice di nuove atlete, mentre Harold ha messo tutto se stesso nell'insegnamento e nel dare un aiuto tangibile a tutti quei ragazzi che soffrono di qualsiasi forma di disabilità.
Ha creato con Olga gli Special Olympics, dedicati a tutto gli atleti affetti da disabilità intellettive.
Un'altra medaglia per la coppia che ha saputo vedere oltre tutti i confini.

Nel 1975 la bella favola si è chiusa con un divorzio che nulla toglie a quanto hanno potuto insegnare due ragazzi diversissimi fra loro, appartenenti a mondi lontani fra loro, al mondo intero in quell'estate australe del 1956.


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