Lettera a un Ministro della Repubblica

Caro Ministro della Pubblica Istruzione Azzolina,

Le scrivo due semplici righe sperando di non distoglierla troppo dai suoi numerosi impegni, sperando altresì di non aggiungere altra confusione a quella che già sembra esserci all'interno della Sua agenda.

Le scrivo da genitore, da genitore lavoratore con figli presenti in tutte le fasce dell'Istruzione, questa istruzione questa volta e in seguito purtroppo, con l'iniziale minuscola.

Le scrivo dopo essere uscito, non solo io ma anche tanti altri "colleghi" genitori, dal lockdown cui la pandemia dovuta al Covid-19 ci ha costretti con qualche convinzione e qualche dubbio in più proprio in merito alle linee guida che il Dicastero da Lei guidato ha via via in questi curiosi mesi appena trascorsi ci ha consegnato.

Ci ha regalato "emozioni", quelle che ti fanno apprezzare la normalità, in fondo; quelle "emozioni" però che derivano dal non sapere.
Non il non sapere figlio di indifferenza e mancanza di studio, no, il non sapere figlio di una guida, scolastica in questo caso quindi dal vertice della piramide, dall'ufficio che Lei occupa Ministro, che fosse chiara, decisa da subito.
Chiara, decisa non nebulosa, ondivaga, a vite impalpabile.

Una guida in "di minore" caro Ministro che per un periodo solitamente fondamentale per la scuola, ha lasciato solo a se stessi studenti, insegnanti, dirigenti scolastici.
I problemi sono moltiplicati per tutti all'improvviso, improvvisi come una diretta del Premier.
Problemi che nessuno sapeva come affrontare perché nuovi, mai considerato prima e perché senza una bozza, una, emessa dal suo Dicastero.

Noi genitori siamo diventati insegnanti e bidelli, compagni e presidi. Abbiamo imparato a muoverci su piattaforme cui nessuno ci aveva preparato solo perché l'amore per i figli è più grande delle critiche che il suo Dicastero ha saputo attirarsi in questo lockdown di inizio anno.

Noi genitori di nostra iniziativa abbiamo interagito con gli insegnanti, impreparati anche loro a navigare per ore alla ricerca della lezione più giusta da insegnare ai nostri figli.
Insegnanti che sono stati bravi a gestire il momento in maniera coscienziosa, alcune individualmente si sono appoggiati alla rete, ai canali YouTube, senza che da Roma, dal Vostro ufficio o da quello del Premier arrivasse "una potenza di fuoco" degna di questo nome che non lasciasse sola questa Scuola, che per inciso in questo momento attende Sue notizie e decisioni.

Non è facile il ruolo, lo comprendo per carità, ma cambiare idea su tutto, bocciati, rimandati, forse si, forse no, esami on line, anzi in classe, col distanziamento, anzi col plexiglass però non sappiamo come comporre le commissioni, non ci è d'aiuto, a noi genitori, agli alunni e al personale tutto.

Lei, caro Ministro da l'idea di non avere l'idea del ruolo che ricopre ed è un peccato perché la sua età autorizzava a credere in una Scuola migliore, più viva, non persa in task force, idea balzane e gabbie per gli studenti che entreranno in classe a Settembre.

Lei, caro Ministro dovrebbe spostarsi dal suo ufficio, girare l'Italia e toccare con mano cosa significa una scuola vuota, o piena per metà, per la crescita anche personale dei nostri figli.
Dovrebbe ascoltare quelle individualità capaci da sole, io abito ad Udine e mi creda che ce ne sono, di tenere unite intere classi per il solo fatto che amano l'insegnamento e spesso interpretano il burocratico programma ministeriale.

Tocchi con mano come potrebbe essere la scuola "con le gabbie" caro Ministro perché così non va bene.
Noi genitori chiediamo solo la normalità per i nostri figli e per tutte le persone che ne aiutano la crescita.

Un padre


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