Arsenal Inter ad Highbury il 17/09/2003

È mercoledì, il giorno prima dell'inizio di una festa che all'epoca, diciassette anni fa era capace di bloccare e monopolizzare una città intera. Per Udine e per il Friuli Venezia Giulia il Friuli Doc era la vetrina delle proprie eccellenze enogastronomiche; nel tempo qualche interesse di troppo ha ridimensionato purtroppo questo aspetto.
Il lavoro per il sottoscritto è in una fase di scoperta e fatica, entrambe piacevoli. Si lavora tanto, si lavora con la gente, vendendo fondamentalmente quello che non serve.
A me va bene così perché a marzo del 2003 quelle cose così strane e colorate e apparentemente inutili sembravano strane e invece mi sbagliavo.
Lo stipendio era però buono e puntuale e mi permetteva di aspettare senza ansie fine settembre.
Perché fine settembre?
Sarei diventato padre per la prima volta di un maschietto.

Oltre che futuro padre sono un commesso che segue il calcio, lo vive completamente (anche questo aspetto col tempo si è ridimensionato parecchio, sempre per colpa di interessi esterni) e tifa Inter, venendo quindi nel 2003 da anni di patimenti e poche gioie.
Leggo la Gazzetta dello Sport, cartacea, che allora internet non era così diffuso, economico e pratico. Mi informo e come buona parte dei miei connazionali mi perdo in lunghe discussioni da bar con chiunque parli di pallone con un bicchiere di vino o una tazza di caffè in mano.

L'estate del 2003 è stata rovente, afosa e soffocante. Mia moglie, all'epoca, soffre particolarmente il peso della gravidanza ma lavorare in un centro commerciale con l'aria condizionata la aiuta ad uscire si casa e passare in negozio alla ricerca di un po' di ristoro.
È calda anche l'estate dell'Inter targata Moratti dopo lo scioccante 5 maggio 2002 e l'harakiri romano che ha conseguito lo scudetto alla Juventus in fremente attesa proprio qui, allo stadio Friuli e il secondo posto l'anno seguente.
L'Hombre Vertical Cuper, allenatore bravo ma stupendamente perdente in Spagna e poi in Italia, ha sacrificato il Ronaldo originale, quel Fenomeno inarrivabile per classe e sfortuna, pur di non venire meno alle sue idee.

Il pancione in piena estate aumenta seguendo il naturale corso della gravidanza anche se il piccolino scalcia ogni sera e dormire diventa un'impresa ardua. 
Il nome è già scelto, Gabriele Vittorio, in onore di arcangeli e nonno, ma già nel pancione è semplicemente Lele.
Cresce e pare voler uscire dal pancione prima della scadenza di fine mese.
Intanto arriva fine agosto, il lavoro procede grazie anche all'aiuto del mio collega giovane che si sobbarca tutte le aperture e inizia il nuovo campionato di calcio.
Sempre con l'Hombre Vertical seduto sulla panchina meneghina.

È un'Inter finita al terzo posto dopo l'harakiri romano, poi seconda e per quest'anno schiera sulla fascia il migliore esterno destro d'Europa, l'olandese Andy Van der Meyde; giocatore a tratti spettacolare, a tratti naufrago nel troppo alcol e nell'indolenza. Ai primi di settembre del 2003 è ancora il colpo di mercato nerazzurro che darà l'assalto almeno ad un'altra semifinale di Champions League.
Cuper per sfatare la nomea di splendido perdente conta su giocatori formati, nazionali, che anni dopo saranno protagonisti del Triplete nerazzurro marchiato Mourinho (Toldo, Cordoba, J.Zanetti e Materazzi) e del mondiale tedesco del 2006 firmato Lippi (Cannavaro e ancora Materazzi) cui aggiunge la classe dell'olandese, la corsa del fedelissimo Lily Gonzales sulla fascia opposta e la solidità a centrocampo di C.Zanetti e del Maradona del Bosforo, Emre Belozoglu. In attacco salutato anche Crespo, forza e corsa con Julio Cruz e i giovani Martins e Kallon.
Il sorteggio dove che il girone Champions si aprirà a Londra, Inghilterra, allo stadio di Highbury. Avversario il 17/09/2003 il più quotato e favorito Arsenal del Maestro Wenger e dell'attaccante Henry.
Si giocherà si mercoledì, in notturna.
Io chiudo tutte le sere, chiedo al mio collega se quella sera vuole chiudere lui così per una mattina dorme un po' di più.
Accetta la mia proposta ad occhi chiusi.

Ad Udine ci sono stand e bancarelle in ogni via e raggiungere il centro a volte diventa un'impresa. Per ora è un cantiere di stand, tubi Innocenti, ciabatte e distributori di generi alimentari che devono raggiungere i vari gazebo. La partenza è prevista per giovedì 18/09/2003 ma ovviamente per una simile manifestazione c'è un grosso lavoro di preparazione da fare.
Il sole è caldo nonostante il solstizio d'autunno sia ormai a soli quattro giorni.
Il 16 settembre il caldo è pesante, rende il fiato pesante mentre monto la cameretta di mio figlio. 

È una notte appiccicosa, di quelle che dormi male; senti il lenzuolo arrotolarsi alle gambe, le stesse che diventano ingestibili per colpa dello stesso caldo. Anche mia moglie si agita, il pancione da segni chiari che il piccolo non ha sonno.
Le posa una mano, poi la mia, un calcio, forse un gomito, due, la tiro via, lei si gira. Proviamo a dormire che l'indomani finalmente tocca a me aprire, che la sera la mia Inter giocherà ad Highbury e la passano alla TV.
L'afa entra pesante dalla finestra aperta, sono quasi le quattro di mattina, non si dorme.
Mia moglie è in bagno, dice che le scappa pipì di nuovo e non riesce a smettere poi mi chiama.
Corro, la ascolto, guardo, capisco e chiamo un'auto, sua madre.
La borsa è già pronta non mi resta che prenderla. Si parte verso l'ospedale in una notte afosa, attraversando una città vuota, chiusa fra mille transenne.

Dalla sala travaglio osservo l'alba levarsi sulla città. Dentro la stanza non sembra che si esca dalla notte, tanto è il trambusto di nuovi nati e nascite ormai prossime.
Anche il mio piccolo sembra aver visto l'alba e ha fretta di nascere.
Chiamo il mio collega a quell'ora insolita scusandomi se non riesco ad aprire io il negozio. 
È, lo è anche ora, un ragazzo sveglio e capisce e mi tranquillizza.
Ora c'è la sala parto, la fatica e le urla di mia moglie e ci sono anche io che mi lascio stringere la mano, che osservo il lavoro delle infermiere aspettando da un momento all'altro di sentire il primo vagito di Gabriele Vittorio. Che avviene alle 9.55 del mattino di mercoledì 17/09/2003, meno di dodici ore prima del fischio d'inizio ad Highbury.
È pieno di capelli, col visetto gonfio, umido e ricoperto di cera. Me lo danno avvolto nel lenzuolo verde; è caldo, un caldo gradevole. Lo accompagno nella stanza di fronte dal neonatologo per fare il test apgar. Glielo consegno a malincuore ma so che non posso rifiutarmi.
È nato, diciassette anni fa, mio figlio Gabriele Vittorio.

Ho dovuto andare a chiudere il negozio mio malgrado, trovando il mio collega con in mano un enorme girandola azzurra. Le piccole cose che hanno cementato la nostra amicizia. E chiuso il negozio sono corso finalmente senza impegni all'ospedale e ho tenuto in braccio mio figlio.

L'Inter scesa in campo ad Highbury quella sera fu la migliore di una stagione disgraziata (fuori dalla Champions ai gironi, esonero di Cuper), e già nel primo tempo aveva chiuso una partita dominata con gol al 21' di Cruz, al 24' di Van Der Meyde e al 41' di Oba Oba Martins. Nel mezzo anche un rigore parato da Toldo ad Henry. Fu anche la miglior gara in nerazzurro dell'olandese prima di naufragare nei vizi personali.
E ovviamente nonostante i programmi quella splendida gara l'ho persa guardando Lele piccolo piccolo dormire.

Diciassette anni fa. Auguri al mio giovane uomo.

Commenti