Medioevo 2020

Il calendario appeso alla parete della mia cucina dice chiaramente che è iniziato nel mese di ottobre, l'autunno e continuando su questo tema, pure l'ultimo trimestre del 2020.
L'anno più complicato e sfortunato che possiamo ricordarci da dopoguerra in poi.
Sta finendo anche il primo ventennio del nuovo secolo.
Il secolo digitale, quello in cui tutto diventa online, tutto si muove attraverso la connessione internet, il wi-fi e l'home banking sostituisce lo sportello bancario. 
Il digitale che ci ha fatto diventare social nei rapporti umani, smart o agili nel lavorare, laddove è possibile e concesso, dal salotto di casa.
Ma è anche l'anno horribilis che ha colpito tutti noi, italiani e non, sottoforma di un virus nuovo subdolo e sconosciuto, che ci ha costretto a cambiare usi e costumi, ritmi di lavoro e rapporti interpersonali.
Guardo il calendario appeso alla parete della mia cucina e penso di riflesso che nonostante l'anno scritto sopra reciti in grassetto 2020 da gennaio abbiamo convissuto con nuovi venti di guerra, a stelle e strisce, incendi che hanno devastato continenti interi mutandone l'ecosistema in maniera irreparabile, pandemie globali di origine certamente incerta capaci di valicare i confini non sono si stati vicini ma abbattendo addirittura confini intercontinentali.
Ci siamo ritrovati chiusi nelle nostre case intenti a scappare dalla pandemia, a ricercare quella normalità c'è passava giocoforza attraverso device e connessioni.
Abbiamo convissuto con il Covid-19 come i nostri avi convivevano con pesti e lebbra nel Medioevo.
Abbiamo ripreso una parvenza di vita normale in preda ai vaneggiamenti della nostra classe politica, quella che normalmente si dovrebbe dedicare solo a definire le linee guida di una nazione civile.
Incapace di dettate un protocollo chiaro per il mondo del lavoro, della scuola, dello sport e spettacolo. Imbarazzante.
E in questo anno disastrato in cui assistiamo anche ai vaneggiamenti dei politici altrui, di campagne elettorali fatte solo di insulti (ma qui mi risulta difficile capire chi ha copiato chi), ci è toccata la tornata elettorale per il fatidico taglio delle poltrone al Parlamento, forse la tornata elettorale più inutile e volgare di sempre, più impostata sulla ricerca del difetto altrui che sulle proprie idee.
E nonostante il 2020 rappresenti la summa della sfortuna, nonostante ricomincino i picchi dei contagiati, nonostante si faccia difficile convincere la gente comune ad indossare correttamente almeno la mascherina, a sanificare le mani, ancora si parla del processo a Salvini, il tanto atteso processo per la nave Gregoretti a quanto pare, senza che il problema immigrati sia mai stato davvero affrontato e risolto né dall'Italia né dall'UE, anzi pare essersi aggravato, ancora si parla di destra e di sinistra che non ci sono, che perdono appeal fra tutti gli elettori, sinceramente attoniti per una classe politica senza capo né coda.
E in questo anno funesto che non ci siamo spostati dal nostro personale Medioevo lo dimostrano i nuovi venti di guerra che arrivano dal Caucaso, da quel Nagorno- Karabakh che da quando io, quarantaseienne, ho memoria ricordo in guerra, così come tutta la zona compresa fra Israele, Siria e Libano.
Zone di guerra che ci hanno tristemente fatto compagna dentro e fuori dai tg.
E come tanti anni fa, quando l'anno sul calendario segnava il 1982, ci ritroviamo a fare i conti con una chiesa, minuscolo, che è sempre più avida, ambigua e sporca, esattamente come quella medievale. Una chiesa che ha smarrito un Papa, che cosa più grave ha smarrito milioni di euro, si milioni, dal conto personale dello stesso.
Milioni con il solo Obolo si San Pietro? Sarebbe bellissimo che la stessa chiesa spiegasse questa vena manageriale e predatoria che l'ha avvinta.
Ma il silenzio cadrà su questi fatti anche quando il calendario segnerà in grassetto 2021.
L'anno sta per chiudersi dentro un autunno piovoso che ci ha già riportato allo stato di emergenza persi fra mareggiate, frane e incurie varie.
Nel buio di questi mesi l'unica luce, improvvisa come un lampo, il Mose che si alza, di erige dopo trent'anni di sprechi e attesa a difensore unico della città di Venezia, quasi fosse uno spiraglio di positività in questo autunno 2020.
Il popolo col monopattino e il bonus vacanze in mano non sfuggirà mai dallo strano Medioevo in cui è caduto con così tanta facilità.

Commenti