E poi c'è quell'americano col capello stravolto che punta i piedi come un bambino al momento di scendere dalla giostra, che urla con una punta di isterismo "qui è tutto mio!", e quell'altro americano, più compassato che sorride, gongola e dice "ok, adesso ne parliamo io e te", come il papà dopo le urla della mamma. Che c'è comunque un trasloco da organizzare.
E poi c'è una casa farmaceutica col nome da bibita gassata che appena quell'americano che non voleva la mascherina cade, lancia sul mercato il vaccino anti Covid-19 secondo una logica economica-politica fin troppo chiara.
E poi c'è, ci sono piazze, strade "case, vicoli e palazzi" come urlerebbe Cocciante, che si riempiono anche se non ci sono più i locali aperti per l'aperitivo, eppure l'ora è quella, ci deve essere l'aperitivo.
Si riempiono di mascherine abbassate, sul enti, in mano, stropicciate in tasca vicino alle chiavi di casa, di baci e abbracci come se fosse la sagra di paese, già come se fosse...
E poi ancora, c'è un premier che nessuno ha votato ma che tutti hanno messo lì che parla per acronimi, che sicuramente sta lavorando per uscire da questo strano cul de sac un cui ci siamo un po' tutti infilati ma che a reti unificate da l'idea di non sapere bene cosa dire e cosa fare.
E poi?
Poi ci sono le regioni, signore e signorine che hanno ceduto la mano a questo o a quel governatore che vogliono un determinato colore per portare avanti l'economia ma che poi si accorgono che non è sempre il colore giusto e chiedono a gran voce coprifuochi, chiusure, lockdown.
E poi, ancora c'è un ospedale, uno qualunque, che non ce la fa più, perché il Covid-19 si è ripresentato aggressivo ancora una volta e mentre sul lungomare, uno qualsiasi, si passeggia vicini e senza mascherina "che fa caldo", e auto si mettono in coda fuori dal pronto soccorso e la respirazione la si fa in auto, all'aperto, quasi che così sia meno doloroso anche da vedere.
C'è quel commissario, quello che ha il nome che è un diminutivo, che dice che mascherine, gel, e altri dispositivi non servono, ed è la persona che doveva sostituire a sua vollta un altro nome diminutivo, incapace di prevedere, attrezzare, una sanità anche solo decente.
E poi c'è "il re del Perù" al quale nessun re d'Inghilterra dichiara la guerra ma che viene rimosso dai suoi concittadini in quanto incapace di affrontare questa pandemia e quindi inutile alla guida del paese; dire che dovrebbero guardare in tanti al Perù in questo momento è fin troppo facile.
E poi c'è la FIGC che gestisce il calcio italiano che se la prende con le Asl, che se la prendono con le società calcistiche, che se la prendono con le Asl e la FIGC, ecco, così si perde il filo e un filo pure di credibilità.
Che altro c'è ancora?
Ah sì, una app, Immuni si chiama, che il Governo spinge per fare installare ai suoi abitanti, che ci aiuta a tracciare gli asintomatici, i positivi ma non ha un call center a supporto, non ha una commissione in senno al ministero della Sanità, che a sua volta si è perso regalando alle regioni, le venti signorine di cui sopra, che ora compongono un puzzle malriuscito di venti, venti, sanità diverse che non vanno tutte bene, anzi.
E poi ci sarebbe che molti, molti negano, protestano e non capiscono, insultano, un po' come quell'americano col capello stravolto...
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