Il 20 dicembre non è vigilia di Natale ma poco ci manca, il 25 è appena li avanti.
L'atmosfera però inevitabilmente ha la forma dell'albero addobbato, i riflessi colorati delle luminarie.
E i riflessi colorati della zona dove si vive oggi nel 2020, dove vive il premier di questo paese, apparso in tv come tetra consuetudine ormai, che come una copia malriuscita del dickensiano Scrooge, Ebeneezer, ci toglie il Natale, privandoci di quel carbone riscaldante che in questo Natale a tinte cupe di chiama famiglia, si chiama ricongiungimento.
Lo Scrooge di Palazzo Chigi ha parlato, lasciando parlare poco gli altri, chi pacatamente e contestava le scelte; ha dato facoltà di parola attraverso la voce del suo Bob Cratchit Casalino, per nulla spaventato dal poco carbone concesso agli italiani.
Che, per inciso, poco se non niente hanno capito dall'ultimo DPCM, forse uscito come colpo di teatro da una notte difficile di Scrooge Conte.
Come se gli incontri inutili a questo punto, con le forze di governo e opposizioni, entrambi sciaguratamente futili e inutili, fossero cosa ininfluente nella stesura del nuovo DPCM, "quello di Natale".
Anzi, per qualche ora siamo stati legati, tremebondi al tanto atteso incontro con la ministra Bellanova, probabilmente nelle vesti di fantasma di un DPCM passato vista l'uscita a suo tempo della stessa dal PD alla renziana Italia Viva.
Scrooge nella veste del premier Conte ha ascoltato il fantasma del passato ma non sembra averne fatto tesoro, quasi che le idee fossero tutte ben chiare in testa.
A Palazzo Chigi lavorava alacremente il Cratchit nostrano stendendo nel frattempo il testo da leggere agli italiani sempre più frastornati e in coda, per un regalo, e chissà che fantasma del DPCM presente avrà fatto visita nelle stanze buie del Palazzo per partorire il cybernetico Cashback, forse un Casaleggio uscito dal cono d'ombra dove si era volutamente richiuso, forse un Colao uscito dalla prezzolata task force anti Covid-19 come un Jacob Marley ectoplasmatico.
E mentre con l'ansia per gli acquisti da impacchettare e spacchettare e l'ansia di un nuovo DPCM a reti unificate ci si avvicina al Natale, lo Scrooge di Palazzo Chigi ha messo in attesa noi italiani che ci sentiamo tanti Fred Scrooge pronti a festeggiare un Natale senza parenti vicini.
A poco è servita la visita del fantasma del DPCM futuro col sorriso vago di un Renzi a far rientrare Conte dalle intenzioni dettate al fedele Casalino.
O viceversa.
E a reti quasi unificate abbiamo avuto la certezza che contrariamente al personaggio dickensiano, il nostro Scrooge non diventa più buono, anzi.
Anzi, ci ritroviamo tutti chiusi in casa per le festività, senza troppi parenti sulla porta, tutti in attesa come Fred Scrooge.
Ci resta poco carbone ancora per scaldarci e capire. Capire dove andremo a finire.
Le festività ormai alle porte portano nuove restrizioni, vecchie incapacità da parte del governo di dare risposte a noi in attesa, paure che non se ne andranno neanche con la notte di Natale.
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