E se dopo ieri, il lungo lunedì 18 gennaio del governo Conte, inserissimo fra le mete del turismo religioso Palazzo Madama?
Dopo Lourdes, Medjugorje, Fatima ecco Palazzo Madama con le statue parlanti (questa si la vera attrazione che diversifica questo dagli altri luoghi di culto).
La prima gita è fissata per martedì 19 gennaio e registra già quasi il tutto esaurito, anche se i posti sono solo 161, pochi altri se ne possono aggiungere.
Il culto che vi si professa è laico, laicissimo come Costituzione, Costituzione non Bibbia, prevede ma per parteciparvi bisogna essere avvezzi all'uso del cilicio, del rosario, dello scudo crociato e a sorpresa indossare un garofano rosso all'occhiello.
A Palazzo Madama si può capire che il cilicio non è solo una cintura ruvida che aggredisce le carni per fare di che l'uomo mediti e si penta, ma è una boutade colorata che al nuovo pellegrino piace molto; le statue parlanti indicheranno al pellegrino la via.
Non inserendo il gettone nelle guide simili telefoniche di certi musei, mi, basta inserire un foglio di delega, una promessa di ministero per ridare alla statua la favella e riportare il discorso "sulla retta via".
Si può parlare con la statua del Sindaco con "le chiappe in due poltrone, basta capire al volo dove è più conveniente, non comodo, stare!", bardato dei paramenti colore arancio che hanno ballato una sola estate in una ridda di nomi e acronimi che il Santo lo han fatto naufragare.
All'ingresso il pellegrino offrirà una cartella porta documenti, ovviamente, e in cambio riceverà un garofano rosso tornato rigoglioso in questi sussulti di inizio anno dopo lunghi giorni bui di oblio lontano. Dovrà inserirlo al posto delle rigidi e istituzionali pochette bianche quanto mai fuori moda.
Col garofano appuntato sul petto e il rosario in mano il pellegrino continuerà il suo pellegrinaggio per Palazzo Madama accendendo ex voto ministeriali in ogni tappa della sua personale via crucis.
Che finirà dopo la statua parlante dell'Economo allampanato, a sera inoltrata, con i polpastrelli delle dita segnati dai grandi del rosario, afflosciandosi su una sedia di legno nuda, come un martire.
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