Ho i Cinquanta a qualche passo da me, sono quindi figlio di quella generazione anni'70 che ha visto per ultima il servizio di leva obbligatorio, la Scala mobile, le Brigate Rosse, il Mundial'82, le Larghe intese, quasi per tutta la vita lo stesso Papa, la Bancoroma basket salire sul tetto del mondo, Mennea alzare l'indice al cielo, le spese con carrelli formato caserma il sabato che le domeniche "tutto chiuso". Ho visto il mondo diviso in due blocchi, gli stessi che per vie traverse ed altri nomi erano rappresentati nel mio paese, o Ovest quindi Patto Atlantico o Est quindi Patto di Varsavia, con tutto quello che di cupo (su entrambi i versanti dirà la Storia) accadeva.
Ho visto aree geografiche che negli anni '70 mi sembravano lontane incendiarsi, bruciare sotto i missili che ne solcavano i cieli; non importa da che porte fosse la rampa di lancio. Sono cresciuto con Guerre Fredde, agitazioni sindacali, Guerre del Golfo, col binomio Iran-Iraq a fare da sfondo alle cronache mediorientali assieme al Libano che ancora oggi con le immagini attuali e quelle della mia infanzia davanti fatico ad immaginare bello, florido, addirittura vivo.
Sono cresciuto con telegiornale e le immagini grigie del Parlamento, lo stesso emiciclo che ora ha mille colori, e il Pentapartito e le facce quelle, sempre quelle di segretari e capopartito.
Ecco, forse questo aspetto è l'unico che un po' è cambiato nel tempo.
Abbiamo vissuto il pericolo nucleare con il 1986 anno terribile del disastro di Chernobyl, la paura delle radiazioni, lo sfaldamento dell'impero sovietico, l'Afghanistan vincitore sugli stessi russi come a suo tempo il Vietnam sugli americani, e poi lasciato, lasciato soli dal mondo intero a gestire i problemi interni. E che problemi, col senno di poi.
Siamo passati attraverso il Kuwait in fiamme, boicottaggi sportivi che hanno portato la politica nello sport, medaglie d'oro dopate e gli ultimi sussulti dei blocchi che si dividevano il mondo.
Abbiamo vissuto l'alba di una nuova politica, coi magnati e gli imprenditori saluti a Montecitorio ad occupare gli scranni più importanti ed abbiamo perso, con un po' di dignità, la Lira in nome è per conto dell'Euro e dell'Europa senza renderci conto delle conseguenze future.
Abbiamo osservato altre Guerre, gli stessi paesi mediorientali continuare a bruciare e sanguinare, dittature cadere e nuove iniziare camuffate da democrazia. Non ce ne siamo accorti subito, no. Abbiamo atteso che la Finanza gestisse i cambiamenti.
E abbiamo visto crescendo altri spettri nucleari arrivare allora del telegiornale quando Fukushima ci ha riportato al 26 aprile 1986.
Siamo la generazione che "ha vinto i Mondiali due volte" ma che non ha mai visto intere aree geografiche in pace, prive di cupe scie luminose solcarne i cieli.
Siamo quelli che a conti fatti abbraccio ai cambiato più Presidenti del Governo non eletti che partner, in alcuni casi.
Siamo quasi cinquantenni inseriti nostro malgrado in piattaforme informatiche, in codici digitalizzati, anche per esternare il nostro consenso.
Siamo questo, un melting POT di emozioni, avvenimenti, progressi che ci ha portato oggi che indossiamo la mascherina a pensare, riflettere, che il mondo per noi in fondo, è sempre stato lo stesso.
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