"Buonasera Dottore!"
"Ciao sono io, amore mio!"
Mi piace pensare che rispondendo alla telefonata in entrata Ursula von der Leyen abbia risposto così al nostro Mario Draghi.
In attesa del Cdm sul Recovery Plan, più volte limato, modificato, il premier incaricato ha avuto una reazione umana, inusuale forse per noi che ascoltiamo le breaking news, forse tipica di rapporti interpersonali di un certo livello.
E non deve essere stato facile dall'altra parte del telefono ascoltare e prendere atto.
In Commissione già non era un buon momento dopo il sofà-gate di Ankara infatti.
Il nocciolo della questione?
A fine mese i paesi membri della UE devono presentare a Bruxelles il Recovery Plan per la sua approvazione e far ripartire l'economia dopo il drammatico stallo pandemico.
Ecco, anche il nostro governo lo ha approntato, corretto se necessario c'è inviato in Commissione nei tempi previsti.
Succede che mentre si prepara un Cdm per da Bruxelles squilla lo stesso telefono cui questa volta risponde Draghi. Telefonate che mettono paletti, cavilli, instillano dubbi sulla capacità italiana di andare semplicemente avanti.
Mi piace pensare che all'ennesimo squillo la risposta del premier sia stata "Fantozzi, è lei?", anche se questa volta non c'era l'accento svedese ma tedesco.
L'ultima telefonata uscita da Roma, dopo aver spremuto il MEF e il suo staff economica l'ha fatta Draghi, nelle vesti di un risoluto Supermario questa volta, per chiudere una due giorni di pelose critiche europee.
Ci si rimproverava sostanzialmente l'incapacità evidente di non riuscire a rispettare i tempi e i modi per fare ripartire il Paese, un'incapacità forse viziata da precedenti gestioni politiche più leggere che ci hanno marchiato a fondo agli occhi dell'Europa.
Mario Draghi però non è un premier che ha un riscontro con illustri predecessori (nonostante emeriti professori ascoltati in senno alla UE siano in passato transitati per Palazzo Chigi, con risultati dannosi ad onor del vero), non è soprattutto una voce che a Bruxelles passa inascoltata.
Allora rientra tutto nel suo ruolo il rimandare il Cdm ad un orario indefinito che tanto era già convocato, alzare il telefono e chiarire.
Si, chiarire come hanno spiegato le veline delle agenzie l'indomani, il perché non piace all'Italia questa mancanza di rispetto di una Europa che pure ci ha lasciato più volte soli (il dramma degli sbarchi nel mar Mediterraneo è sotto gli occhi di tutti in costante aggiornamento), che pure abbiamo contribuito a far nascere.
Il premier è stato duro e franco come in questo momento si deve essere perché a noi che leggiamo sul sito di Montecitorio le più di trecento pagine del Recovery Plan serve franchezza, onestà e date certe. Serve anche che dalle stanze dello stesso palazzo esca un'immagine rassicurante, forte, che invita non paura o sorrisi di scherno, ma sicurezza.
Di quella per arrivare a luglio ed incassare il primo di tanti assegni siglati UE ce ne serve tanta. Tantissima.
E se sarà necessario alzare il telefono una volta di più.
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