Primo Maggio, barzelletta del lavoro

Primo Maggio, Festa del Lavoro, e già così la frase contiene un ossimoro evidente.
La dicitura giusta sarebbe, ufficialmente dal 2017, "Festa per chi un lavoro ce l'aveva e per chi ha raggiunto la pensione". Perché dal 2017? Perché la Corte Costituzionale nel 2017 all'Inter della sentenza numero 98 ha parificato le giornate di festa, quelle con la F maiuscola (Primo Maggio, Natale, Santo Stefano...), a qualsiasi altro giorno lavorativo del calendario, come se per i lavoratori, quelli di alcune categorie professionali almeno, le feste fossero un po' meno feste.
Trovare le parole giuste per manifestare il proprio dissenso non è mai facile, men che meno quando lavori nel commercio, quando sei parte di quella categoria "maltratta" da enti previdenziali, dalle rappresentanze sindacali, dalla Corte Costituzionale, perfino dall'Istat.
L'invito di questa festività ormai prossima ad alzare "gioiosamente" le serrande, un "liberi tutti" all'incontrario, dove si può entrare in uno spazio chiuso e fare shopping anche quando il calendario ti fa capire che è festa, è un giorno segnato in rosso.
Anche per i cari rappresentanti della Corte Costituzionale. Ora, non dico che il Primo Maggio lo si debba festeggiare con camion, carrarmati e missili nucleari in gran parata come in certi cari regimi dell'Est del mondo, ma almeno permettere a tutti, è questa la parola "Tutti" di godersi famiglie, figli, amici, passatempi, ozi.
L'appello ad alzare le serrande arriva dalla Federmoda, settore che ha patito come tantissimi altri la crisi pandemica certo ma che contrariamente ad altri spesso ha sfruttato forte l"e-commerce, le possibilità di vendere la propria mercanzia sul web, cosa non possibile per tutti.
E sempre da questa associazione imprenditoriale a suo tempo erano arrivate le domeniche aperte che non si poteva non offrire un simile servizio alla cittadinanza (per lo più avventori di altre categorie, pubblica amministrazione, libere professioni) con buona pace di chi la famiglia la vede con i ritmi del badge da strisciare, coi turni da incastrare coi colleghi.
Primo Maggio quindi Festa per chi vuole festeggiare, per chi un lavoro ce l'ha e può decidere cosa fare, per chi decide le sorti degli altri.
Perché purtroppo il mondo sarà sempre diviso in due fazioni, chi decide e chi subisce.
Sempre, con buona pace di chi lavorerà senza maggiorazioni festive e senza vedere lo stipendio che rimane appeso alla burocrazia dell'Inps.
Buona Festa del Lavoro ai signori della Corte Costituzionale.

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