La bolla di sapone è composta da un fine strato di acqua e sapone, a forma sferica, con la superfice iridescente.
Rimangono sferiche pochi secondi per poi esplodere o venire assorbite dagli oggetti con cui entrano in contatto.
La bolla scoppia lontana, in un punto imprecisato fra la siepe e il ramo dell'albero. Un bambino la rincorre, la sfiora e si ferma quando la bolla esplode.
Luca corre veloce con la sua spada speciale in mano, tiene alzato il braccio destro a fendere l'aria, e l'aria passa attraverso la spada e allunga la bolla dietro Luca. Si ferma e sorride, si volta.
Il gruppetto di bambini dietro di lui si è fermato a sua volta. Alcuni a bocca aperta, altri con piccole bolle ferme nei capelli.
Luca osserva il gruppetto misto di bambini e bambine fermi e sorridenti in quel particolare ordine e disordine.
Il bambino osserva le mani del mago muoversi velocemente una sopra l'altra e far sparire il piccolo fazzoletto azzurro. Con gli occhi ha preso nota di ogni movimento, sa che a casa dovrà provare anche lui questo trucco, magari chiedendo un fazzoletto alla mamma.
I bambini aspettano solo un piccolo gesto, uno qualunque per riprendere il gioco.
Luca appoggia a terra la spada e il contenitore di sapone. I bambini sembrano sorpresi.
Quello strano mago porta le mani sulla schiena, apre quello strano zaino a forma di panda ed estrae una manciata di palloncini, tali sembrano, e ne lancia una manciata verso il gruppetto di spettatori che per riflesso piegano un po' le ginocchia, come per scappare, ma rimangono sul posto investiti, stupiti, da una cascata di petali di fiori, piccoli e colorati. Davanti a loro in piedi Luca, che sta creando con i palloncini fiori e animali.
Il bambino chiedeva alla mamma altro detersivo per i piatti, per tornare in giardino a liberare miriadi di bolle colorate. Le bolle colorate lo rendevano felice. Le osservava, le rincorreva a volte, fino a quando scoppiavano, esplodevano davanti ad un ostacolo e allora ricominciava a soffiare e rincorrere.
Luca osserva il pubblico, lo stesso da tanti anni ormai. È osservato a sua volta, come ad ogni festa che i genitori vogliono regalare al proprio figlio. Non importa che cosa si possa festeggiare, compleanno, promozione o se si tratta semplicemente di chiedere al signor Luca di intrattenere i più piccoli ad un matrimonio, il suo sarà sempre il nome più richiesto.
Luca non sapeva come dirlo al papà, che adesso che la scuola era finita aveva trovato un lavoro per l'estate, l'animatore in un villaggio turistico. Non sapeva come avrebbe reagito il genitore così rigido nell'educarlo a quella richiesta ma lui aveva deciso che intrattenere le persone sarebbe stato il suo lavoro. Alla fine dell'estate avrebbe ripreso gli studi e poi più avanti avrebbe svolto il servizio militare e infine si sarebbe costruito su quel terreno la propria strada.
Il bambino chiuse gli occhi investito dagli schizzi della bolla nuovamente esplosa. L'ortensia che questa volta aveva regalato fiori color azzurro a lui sembrava perfetta per raccogliere quell'infinito numero di bolle. E di palloncini, stelle filanti, schiume colorate.
I genitori sorridono poco lontani dai figli, osservano quel cinquantenne vestito di mille colori, correre, rotolare, annodare un palloncino e farlo diventare un cane bassotto. I grandi tornano ai loro discorsi, un po' seri, un po' no, i piccoli corrono fra gli alberi di limoni e le siepi del giardino all'italiana. Luca corre, rincorre, pensa.
È l'ennesima location diversa del suo lavoro, ridendo, all'aria aperta.
Il camping applaudiva distratto quel ragazzino alto e magro mentre indossava ora una parrucca, ora una gonna e correva così tanto sul palco che sembrava sdoppiarsi. Lui si divertiva ma che pubblico difficile a volte. E la lingua? I rudimenti delle tre lingue all'epoca più diffuse (inglese, tedesco e francese secondo le statistiche anni '80-'90) li aveva imparati ed era convinto che con i naturali strafalcioni grammaticali i suoi numeri avevano una marcia in più.
Dopo il camping, i villaggi turistici, il servizio di leva obbligatorio, unico lampo di serietà, parentesi che certificava una volta terminata, l'ingresso nell'età adulta.
E poi finalmente la sua strada, fatta di tante altre strade. Questa volta con un diploma in tasca e il sorriso di mamma e papà ad accompagnarlo.
L'Europa, ponti e piazze su cui diventare di volta in volta un pagliaccio, un mago, giocare con le bolle, suonare la chitarra. Non fu facile ma fu divertente.
Si divertiva Luca ad osservare il vagare delle bolle di sapone nel giardino all'italiana, lo spostarsi da sole, spinte dal microclima generato da fiori e alberi e andare a scoppiare sempre il più lontano possibile.
Soffia le bolle più grandi, alcune riesce ad afferrarle quasi serrando il pugno catturando l'attenzione e l'applauso di un bambino con gli occhiali troppo spessi.
Veloce e istintivo riapre la mano, il bambino sgrana gli occhi, apre la bocca. La bolla non c'è più, al suo posto un piccolo dinosauro di gomma di mille colori. Luca porge la mano verso il bambino, quasi fosse un vassoio.
"Tieni, è uscito per te."
Il bambino ride, divertito, l'afferra e corre orgoglioso verso il gruppetto di amici. Non è facile, non è riposante ma è la sua vita. Luca intrattiene persone, non importa l'età, anche un anziano sorride se da dietro l'orecchio esce un petalo o un palloncino.
La festa finisce, c'è tante altre, altre ne inizieranno.
Luca ripone le attrezzature più piccole nello strano zaino a forma di panda. Quelle più grandi le richiude in un baule pieno di scomparti. In una tasca più piccola il baule contiene una foto di due anziani, una coppia. Luca la porta sempre con sé, così che la madre e il padre si divertano col suo lavoro.
Il gruppo di bambini si avvicina vociante, lui lo sa e si prepara. Versa in un secchio il liquido usato per fare le bolle giganti, asciuga quel grande piatto e lo ripone nel baule. Lo chiude. Afferra il secchio e si alza. I bambini gli sono ad un paio di metri, chi ridendo sguaiatamente, chi trattenendo la risata per quello strano assalto.
Luca è in piedi ed con un movimento improvviso getta il contenuto del secchio sul gruppo di bambini che trattengono il respiro, che chiudono gli occhi, che si fermano, spiazzati dal gesto dell'uomo. Anche qualche genitore in lontananza pare sorpreso.
Sui bambini ricade una nuvola di coriandoli glitterati che li investe, li colora. Luca ride divertito, si tiene la pancia. Gli stessi genitori ridono e applaudono. I bambini dopo un lungo attimo di silenzio stupefatto esplodono nella più bella delle risate.
Luca osserva e pensa.
Pensa a quante vite ha dovuto annaffiare l'ortensia prima che questo trucco gli riuscisse.
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