Al grido di "Libertà!"

Sai che succede?
Succede che ci si vaccina, senza pagare nulla. Sai perché? Per vivere nuovamente. Si, perché ne abbiamo diritto nuovamente. 
E sai anche che succede?
Succede che ci stiamo dividendo in due fazioni, come ai tempi di Firenze, dei Guelfi e dei Ghibellini.
Due fazioni fra chi è "pro-vax" e chi è "no-vax". In un mondo normale, al netto della pandemia che ci ha stravolto le vite anche se fatichiamo ad ammetterlo, vivremo la divisione in maniera civile, una civile condivisione di idee, come fu la campagna "vax/no-vax" per gli alunni delle scuole dell'obbligo. Oggi invece sembra che non possiamo più farlo, attorcigliati come siamo ognuno fermo sulle proprie idee.
E dall'essere inflessibili sulle proprie convinzioni nasce lo scontro, da che mondo è mondo. Nasce l'incomprensione, l'intolleranza. Che oggi che stiamo cercando di uscire dalla pandemia è sempre più palpabile. 
C'è una grossa fetta del paese che giustamente si vaccina, scarica ed usa il Green Pass laddove è necessario e c'è una fetta più piccola di connazionali che rivendica la libertà di non vaccinarsi, di sentirsi liberi di gestire al meglio la propria vita. Giusto fin qui, salvo essere errato nel momento in cui la propria libertà, anche scritteriata, lede la libertà altrui. Perché anche scegliere di vaccinarsi, mantenere il giusto distanziamento, indossare la mascherina è una libertà che ci appartiene. Quando manca rispetto e comprensione escono le reazioni peggiori e viene tutto estremizzato, politicizzato, quasi che il colore di un partito piuttosto che un altro ci rendesse immuni dal virus. Quasi che fosse lecito e indispensabile buttarla in politica.
Politica che in alcuni casi fomenta la folla, sprona i "no-vax", con slogan meramente elettorali perché sempre al voto si deve guardare. E non c'è voto migliore di quello di un popolo inferocito. 
Però il confine fra protesta corretta ed sbagliata è sempre labile ed è palesemente un errore tacciare la gestione di uno stato di emergenza senza precedenti (si è pronti a determinate epidemie e l'ultimo protocollo in tal senso risale ad ebola, terremoti, inondazioni non a qualcosa di invisibile) di "dittatura sanitaria".
Una dittatura reprime le libertà degli individui a tutto tondo, professionali, ideologiche, politiche e addirittura familiari. Non può esser una dittatura un paese che ti invita, ti invita, a vaccinarti, dandoti "a gratis" il vaccino. Non può essere una dittatura il paese che si chiude in casa per sfuggire alla morte. Certo, le ricadute economiche, sociali, psicologiche ci sono state ma non tali da inneggiare o semplicemente ricordare gli anni bui del mondo, mica solo del Belpaese. Invocare la libertà per fuggire alla "dittatura sanitaria che reprime le libertà per l'obbligo in determinate situazioni di esibire il proprio Green Pass" par scenetta da teatro dell'assurdo.
Come lo stesso stato ti lascia libero di scegliere se vaccinarti o meno, lo stesso ti lascia libero di recarti in luogo a te adatti, che ora timidamente appaiono ma certamente si faranno via via più numerosi.
È libertà anche questa, lo scegliere con chi stare, lo scegliere di mettere in sicurezza la propria esistenza, la propria vita.
Semplice e non discutibile.
Si urla alla "Libertà" ed anche il poter evitare persone e luoghi lo è, a maggior ragione oggi.

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