I tavoli dei sindacati

Ferragosto alle porte, Europei di calcio posticipati in archivio, Olimpiadi un anno dopo pure, ecco che possiamo tornare alle beghe nostrane, infilarci curiosi e morbosi fra le pieghe del mondo politico italiano ad un passo dai littorali, in infradito a mischiarsi col popolo variopinto e piuttosto incazzato degli elettori. Dietro questi figuri, alcuni senza fare nomi, entrati di diritto nella leggenda delle cronache balneari-politiche recenti, l'ombra un po' torva, triste, e più ingrigita dagli anni del sindacato, che rincorre gli stessi armato di penna, foglio e un tavolo da campeggio per aprirne uno, qualsiasi, su un argomento, qualsiasi, pur di fare sentire, molto una tantum, la propria voce di sostegno agli altri lavoratori. Si, scritto e letto bene, agli altri.
Perché il sindacato che parla, urla, propone molto vagamente, parla sempre e solo di poche categorie professionali, quasi che altre fossero contorno scolorito dell'economia. 
Esempio? L'attualità porta a discutere di Covid, di vaccino e di Green Pass, nell'ordine temporale delle cose. In seconda battuta, perché c'è sempre qualcosa da tenere da parte, sostegno al reddito, Naspi, ammortizzatori sociali, così, in ordine sparso. L'adesso, il presente, richiede uno sforzo sui vaccini, sui pass da scaricare, sulla messa in sicurezza di tutti i lavoratori, tutti, alle prese con il virus invisibile. È di oggi un'intervista, lunedì 9 agosto 2021, al segretario di uno dei tre maggiori sindacati italiani, e a rileggerla, specie accostata nella stessa pagina alle dichiarazioni di un noto imprenditore italiano ( che virus e pass li ha gestiti bene, in proprio, al netto della presenza sindacale; libera scelta dei dipendenti contrari alla loro presenza in fabbrica), da la misura di quanto la triade sindacale sia realmente lontana da un certo tipo di mondo lavorativo. Il focus attuale porta al Green Pass, ovviamente, e porta all'interno delle fabbriche, alla legalità o meno di esibire lo stesso in mensa o al capoturno, giustissimo dubbio peraltro (altri dati sanitari personali il datore di lavoro non può saperli), entrambe le figure viste come sostituto del datore di lavoro.
Sfugge che la concentrazione sindacale rimanga solo all'interno dei capannoni, quasi tutti ormai in sicurezza dopo il lockdown dello scorso anno, e si sposti solo per arrivare alle aule scolastiche, dove il discorso andrebbe ampliato seguendo i dati regione per regione, dove esistono regioni che hanno quasi tutto il corpo docente e non in regola (piccoli casi di assenza di vaccino legati a problemi di salute pregressi ritengo siano un valido motivo per non vaccinarsi), comunque rispettoso del protocollo di sicurezza. L'operaio come l'insegnante, mascherina, guanti talvolta, distanziamento nelle pause e gel sanificanti. Da subito, dal momento del rientro dalla tremenda DAD. Ecco, l'intervento dei sindacati ora che è sceso in campo il Green Pass stona; stona perché la loro richiesta di un tavolo, tavolaccio o tavolino, ha molto l'aspetto di un voler esserci, di un voler dire "noi ci siamo per voi". E quel voi in capo al sindacato non si sa bene chi sia forse.
Restano appese al buonsenso di tutti (tutte le parti in causa: datore di lavoro, dipendente e in ultima battuta chi usufruisce del servizio) le altre categorie professionali che non occupano come detto capannoni o aule. Negozi, supermercati, GDO e non, settore ristorazione. Mai presenti a nessun tavolo e adesso che una piccola ripresa c'è (complici anche vaccini e green pass per spostarsi fra le regioni) imperversano ancora a seconda dei casi, contratti di lavoro al limite della legalità, difficoltà a gestire il flusso di persone all'interno degli spazi di vendita, nuovi protocolli che continuamente cambiano anche il modo di lavorare (mascherina, guanti, poi non più guanti si mascherina, poi sette persone, poi quaranta ma tu rimani sempre uno solo....) come se in questo spazi, in queste categorie andasse bene la sicurezza che c'è, che le RSU a carattere generale decidono ma nulla viene mai visto caso per caso. Sarebbe una mole di lavoro impegnativa e difficile da districare? Vero, ma forse adesso tutti i dipendenti avrebbero bisogno di chiarezza e misure uniche. Se c'è la necessità di un tavolo sindacati-governo per industria e scuola deve esserci per tutto quello che riguarda il mondo del lavoro, nel suo complesso anche per tutelare quei lavoratori che non possono, o non vogliono vaccinarsi. Altro tasto dolente che scivola nelle parole del sindacalista quasi che non fosse una ricaduta possibile nel rapporto imprenditore-dipendente.
Serve un tavolo grande, comodo, fra sindacati, imprese e governo per disegnare tutto il futuro prossimo del lavoro.
Ma con sindacati meno politicizzati di questi perché la sicurezza del posto di lavoro in tempi di pandemia dell'operaio al tornio è tanto importante quanto quello della cassiera del supermercato o della commessa del negozio di scarpe (ovviamente citando a caso i vari settori). Che se poi in termini di sicurezza si riuscisse a cancellare le morti bianche di padri e madri che muoiono solo per poter vivere, allora sì che il sindacato avrebbe fatto un vero capolavoro.
C'è molto da fare anche in questo senso però.


Commenti